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Il riconoscimento della lingua italiana dei segni è sempre più vicino

Il plauso all'approvazione da parte del Senato del disegno di legge per il riconoscimento della Lis arriva dalla Lega del filo d'oro di Osimo

Un'immagine degli ospiti alla Lega del filo d'oro di Osimo

OSIMO – Si è concluso il 3 ottobre, dopo due anni, l’esame da parte del Senato della Repubblica del disegno di legge per il riconoscimento della lingua italiana dei segni. Un provvedimento che riconosce e garantisce i diritti delle persone sorde, con disabilità uditiva e sordocieche, promuovendo la rimozione delle barriere alla comprensione e alla comunicazione che limitano il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione alla vita collettiva. Il disegno di legge nasce sulla base delle buone pratiche di bilinguismo, come quella dell’istituto di Cossato (Biella), in cui dal 1994, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado, si forma un gruppo di alunni sordi che acquisisce la Lis come lingua naturale assieme ad alunni udenti che impiegano la Lis come seconda lingua, a beneficio di entrambi i gruppi.

La Lega del filo d’oro di Osimo ha accompagnato il lavoro svolto tramite una collaborazione con la Commissione Affari costituzionali e un dialogo con il relatore del provvedimento, il senatore Francesco Russo, intervenendo da ultimo anche in audizione per fornire le proprie considerazioni per arricchire il testo. Approvato anche l’ordine del giorno, firmato dalle senatrici Nicoletta Favero e Venera Padua, che impegna il Governo a convocare un tavolo tecnico composto, oltre che dai soggetti istituzionali competenti, dalle associazioni più rappresentative delle persone sordocieche. L’obiettivo è giungere alla revisione della normativa relativa ai requisiti necessari per il riconoscimento della sordocecità. L’associazione sarebbe lieta di poter offrire alle istituzioni il proprio contributo per modificare la legge 107/2010 sul riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche che dia una piena tutela giuridica alle persone affette da entrambe le disabilità.
Il senatore Francesco Russo ha commentato con soddisfazione questo traguardo, atteso da ben sei legislature: «Un ringraziamento è dedicato alle associazioni e, in particolare, al Filo d’oro, che ha contribuito a questo risultato segnando un passo importante per le persone che hanno più bisogno, assicurando loro piena cittadinanza e integrazione». Auspica ora che la Camera possa licenziare il testo in via definitiva.

«Le riflessioni degli ultimi venti anni hanno portato a modificare sostanzialmente il concetto di disabilità, considerando quest’ultima non più una condizione immutabile causata da un deficit di salute ma una restrizione dell’attività e della partecipazione legate sia alle condizioni di salute sia alla mancanza di supporti e interventi», dicono dal Filo d’oro. In Italia le persone affette da problematiche legate sia alla vista che all’udito sono 189mila (pari allo 0,3 per cento della popolazione italiana) e se è vero che libertà è partecipazione, questo discorso non vale per tutti: per il 57,1 per cento dei sordociechi uscire di casa rappresenta un problema a volte insormontabile che li spinge verso una condizione di completo isolamento, anche affettivo. Secondo quanto emerso dall’indagine Istat, il grado di partecipazione sociale risulta gravemente compromesso per le persone con problemi sensoriali, che necessitano di avere una persona di contatto, un interprete, per comunicare con il mondo esterno. Fattori che rendono ancora più complessa e piena di ostacoli la vita di queste persone, precludendo quasi totalmente la possibilità di una dimensione sociale attiva. Da qui l’importanza della comunicazione.