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Sport e green pass rafforzato, parola all’asd Giovane Offagna: «Introdotta una norma penalizzante per tanti ragazzi»

Andreoli, presidente dell'asd Giovane Offagna, ci racconta la situazione dei ragazzini alle prese con le nuove regole: «La possibilità di fare sport socializzando è fondamentale. Sicuri che sia giusto negargliela?»

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(Immagine di bottomlayercz0 tratta da Pixabay)

OFFAGNA – Lo sport, soprattutto quello giovanile, è uno dei settori più provati dalla pandemia. Lo sa bene Alessandro Andreoli, presidente asd Giovane Offagna che ha voluto raccontare la situazione vissuta dai ragazzini alle prese con le nuove regole per lo sport. «Veniamo tutti da due anni di emergenza, di restrizioni, di sacrifici, di attenzioni, tutte cose che hanno lasciato un segno profondo sia in campo economico che sociale, che comportamentale – dice -. C’è una categoria che forse più di tutte le altre ha sofferto la pesantezza di questo periodo e mi riferisco alla fascia degli adolescenti e dei giovani. Li abbiamo privati per lunghi tempi della scuola in presenza, abbiamo prudentemente chiesto di ridurre il loro stare in gruppo per pericolo di assembramenti e contagi, li abbiamo privati della socialità scolastica costringendoli a relazionarsi per lunghi tempi solo attraverso uno schermo, abbiamo imposto lunghi periodi di isolamento negando una componente essenziale per il loro sviluppo relazionale in una fase particolare della loro crescita. In tutto questo lo sport, considerato prima della pandemia un’attività apparentemente solo ludica, è diventato invece per molti di loro una dimensione fondamentale, un’ancora di salvezza non solo per i benefici psicofisici riconosciuti da sempre all’attività motoria, ma perché, specie in questa fase, essa ha rappresentato la parentesi che ha permesso a molti giovani di salvare la propria dimensione relazionale, sociale, aggregativa, ludica».

Alessandro Andreoli, presidente asd Giovane Offagna

Andreoli prosegue: «Per questo motivo la nostra società, a parte l’iniziale lockdown totale, si è sempre battuta per dare continuità alla propria azione nella convinzione che il nostro fosse prima di tutto un servizio sociale per i giovani e per le loro famiglie. Ci siamo attivati in ogni fase di questa pandemia adeguando regolamenti, comportamenti, adottando nuovi protocolli, investendo in materiale per la sanificazione, ponendoci sempre in maniera proattiva rispetto ad ogni decisione e avendo sempre a cuore la continuità dell’attività oltre che la tutela della salute».

Il nuovo decreto

Dal’11 gennaio però, con l’entrata in vigore del nuovo decreto, tutto questo non è più possibile o perlomeno non è più concesso farlo con riferimento a tutti i ragazzi. Per chi ha più di 12 anni, infatti, è possibile fare attività solo in presenza di un green pass rafforzato e dunque di un ciclo di vaccinazione completo o di una guarigione avvenuta da non più di sei mesi. «Questo ha di fatto precluso, praticamente dalla sera alla mattina, ad un numero importante di atleti la possibilità di poter fare attività relegandoli ad una sorta di ghetto ma soprattutto privandoli di una dimensione fondamentale, quale era stata appunto fino a quel momento, la pratica sportiva – spiega Andreoli -. Dato per assodato l’importanza della campagna vaccinale in generale ma posto che, seppur auspicabile, il raggiungimento di percentuali di vaccinazioni elevate anche in fasce di età più giovani resta comunque una facoltà e non un obbligo, con l’entrata in vigore del nuovo decreto di fatto si è introdotta una norma estremamente penalizzante per tanti ragazzi. Il fatto che il rispetto delle regole venga prima di tutto, così come la tutela della salute e la sicurezza di tutti, non ci esime però dal poterci porre una domanda: siamo sicuri che negare ai ragazzi (che tra l’altro a volte non hanno neppure il pieno potere di decidere se vaccinarsi o meno in quanto condizionati dalla volontà dei propri genitori) la possibilità di fare sport e socializzare in maniera normale, è veramente la cosa più giusta in questo momento? È difficile trovare risposte giuste in assoluto ma una cosa è certa: lo sport e la possibilità di uscire e praticare movimento socializzando sono per i ragazzi fondamentali specie in questo momento. Forse nella valutazione costi benefici sarebbe più opportuno mettere sul piatto della bilancia tutti gli aspetti e magari sacrificare l’obbligo di green pass per fare attività fisica trovando soluzioni di mediazione più efficaci».