ACQUALAGNA – C’era un cinghiale al bar. Può sembrare l’inizio di una barzelletta o la trasposizione in chiave moderna di una fiaba di Esopo ed invece è tutto vero. È successo al Furlo, in un locale nei pressi di zona Golena. Un cinghiale curioso e per nulla impaurito si è spinto fino all’ingresso di un locale della zona, presumibilmente alla ricerca di cibo. Un incontro ravvicinato che è stato ripreso dai presenti e postato sui social, diventando in breve virale.
Nonostante la singolarità della situazione, l’invasione degli ungulati fino ai centri cittadini sta diventando nelle Marche un evento sempre più frequente che nasconde non poche problematiche.
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La convivenza uomo-fauna selvatica infatti comporta non poche difficoltà ed un esborso notevole dal punto di vista finanziario per la Regione. Il 16 aprile scorso la Coldiretti aveva lanciato un allarme attraverso una missiva diretta alla Regione per denunciare danni alle coltivazioni definiti «sempre più ingenti ed irrecuperabili».
Un conto che rischia di diventare salatissimo. Coldiretti Marche ha stimato, su dati del Report faunistico venatorio regionale, danni per 2,5 milioni di euro tra 2013 e 2017. Circa 2 milioni sono stati causati proprio dai cinghiali. E ora le scorribande, in assenza di controlli dovuti al lockdown, sarebbero aumentate con gli animali che si spingono, proprio come successo ad Acqualagna, fino sotto le abitazioni.
Una situazione fuori controllo a cui era succeduta la richiesta di Coldiretti Marche di far riavviare «sin da subito le attività di controllo e contenimento, al fine di non mandare in fumo tutto il prezioso lavoro svolto».