ACQUALAGNA – E’ stata inaugurata la prima tartufaia coltivata di tartufo bianco, nel terreno di proprietà del Comune di Acqualagna in zona Furlo, nei pressi dell’Abbazia di San Vincenzo, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Conduttori Tartufai.
Le conseguenze avverse del cambiamento climatico, che negli ultimi anni ha fatto registrare il segno meno per sua Maestà il Re della tavola, hanno portato a una nuova coltivazione.
«Il tartufo bianco – ha dichiarato il sindaco Pier Luigi Grassi – riveste un’importanza enorme per il nostro
territorio e per la nostra comunità che non si esaurisce nelle qualità gastronomiche ma comprende
soprattutto la sua esistenza connessa all’ambiente, in quanto rappresenta un indicatore biologico e il simbolo
di un equilibrio naturale che è seriamente a rischio. Di fronte a questa consapevolezza e orgogliosi del ruolo
che Acqualagna ha conquistato negli anni, mettiamo a disposizione un nostro terreno per tutelare uno dei
tesori più preziosi del nostro patrimonio ambientale e culturale».
«Si tratta del primo esperimento a livello mondiale se tralasciamo le innumerevoli prove di laboratorio, questa
infatti è la prima e unica prova sul campo. In un ettaro di terreno – spiega il presidente ANCT Sabatino Di Giamberardino – riusciremo a coltivare circa 450 piantine. Sappiamo bene che non tutte daranno i loro frutti ma se ipotizziamo il valore economico generato dalla resa di sole 100 piante, per una quantità di 20 chili totali di tartufo bianco, ci aggiriamo intorno a una cifra ipotetica di 100 mila euro, secondo la Borsa del 2024. Apprezziamo il virtuosismo del comune e che venga valorizzato il lavoro della nostra associazione. Il tartufo può rappresentare un ottimo stimolo per i futuri agricoltori».
Il deputato della Lega e presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni sottolinea: «Un giorno storico per il territorio di Acqualagna. La prima tartufaia di nero in Italia venne inaugurata nel 1932. Oggi, nello stesso luogo, a quasi un secolo di distanza, inauguriamo la prima tartufaia di Bianco di pregio certificato, grazie all’Agenzia per l’innovazione nel settore agroalimentare e della Pesca delle Marche, l’Amap. Il tartufo Bianco diventa così una filiera istituzionale per rilanciare un prodotto che, oltre ad essere cercato, può essere coltivato e che potrà dare un grande valore aggiunto al mercato e agli agricoltori per differenziare il reddito».