Pesaro

Addio bypass ferroviario Pesaro-Fano? Ricci: «Nessuno tocchi il progetto o sarà rivolta»

Il governatore Acquaroli ha parlato di un nuovo progetto per tutte le Marche con binari ex novo. L'ira di Pesaro e Fano

L'arretramento della ferrovia con il nuovo tracciato a Fano

PESARO – Arretramento della ferrovia, il progetto è in discussione. Malcontento a Pesaro e Fano.

A settembre 2022 Rfi e Ministero annunciavano un progetto da 1,8 miliardi di euro per il nuovo tracciato dell’Alta Velocità Bologna Lecce, arretrando il tratto di Pesaro e Fano. La Stazione pesarese si sposterebbe lungo l’Interquartieri, a Villa San Martino (in zona strada dei Cacciatori). Un luogo strategico perché non lontano dal centro, in grado di intercettare persone e merci. E come verrebbe trasformato l’attuale assetto ferroviario? In un “Passante Verde”, dedicato alla mobilità sostenibile attraversabile solo a piedi o in biciletta.

Una scelta mai digerita dalla Regione che preferiva una visione complessiva del progetto. Il governatore Acquaroli è tornato a parlarne mandando in subbuglio un’intera provincia. Durante un incontro con il ministro Bignami, l’amministratore delegato e direttore generale di Rfi Gianpiero Strisciuglio e l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli si è parlato di una nuova linea in arretramento rispetto all’Adriatica. Due binari da costruire ex novo nell’entroterra e da destinare all’Alta velocità, che correrebbero paralleli all’attuale ferrovia così liberata anche dalle merci e pronta a diventare una sorta di metropolitana di superficie per i passeggeri.

Poi il messaggio chiaro: «Non si parla più di infrastrutture con bypass, ma si ragiona in maniera seria e concreta dell’eventualità della costruzione di una nuova linea per l’alta velocità e l’alta capacità per la dorsale adriatica. Era quello che avevamo chiesto».

La stima dei costi è di 60 miliardi di euro totali – da Bologna fino alla Puglia. La quota parte delle Marche si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di euro.

«Nessuno tocchi quei soldi o sarà rivolta – è  il commento del sindaco di Pesaro Matteo Ricci – Il bypass Pesaro-Fano è l’unica cosa certa che c’è, il resto sono chiacchiere. Si vuole allargare il progetto a tutte le Marche? Bene – aggiunge Ricci – ci mettano i soldi perché, nelle ultime due manovre il governo Meloni ci ha messo zero euro». Poi l’affondo: «Acquaroli faccia le cose per bene altrimenti sarà una rivolta. Metta a terra velocemente 1,8 miliardi per Pesaro e Fano e chiarisca cosa vuole fare perché altrimenti nei prossimi giorni sarà una mobilitazione fortissima con forze economiche e sociali».

Per il sindaco di Fano Massimo Seri «sarebbe un colpo mortale, un pericolo da scongiurare. Serve subito un confronto».

Sul caso interviene la candidata sindaco della lista Vieni Oltre: «Quello che oggi ci si domanda è se, la perdita di questa chances sia da addebitare alla destra e quindi ad Acquaroli, al governo Meloni e pertanto anche al candidato sindaco Lanzi, che obbligatoriamente dovrà rispettare le regole imposte dal partito per la quale si candida, oppure alla sinistra e quindi a Ricci e di conseguenza a Biancani, che sino ad oggi non ha portato avanti alcun progetto effettivo da quando il governo Draghi ha posto a disposizione le somme. Noi, che ci definiamo il terzo polo, abbiamo già creato un progetto concreto per realizzare il bypass ferroviario tra Fano e Pesaro. Una linea ferroviaria lunga 24 km interati (e non 34 come quella prevista da dall’attuale maggioranza e non realizzata) che avrebbe il vantaggio di servire i centri abitati di Pesaro e di Fano, liberando in tal modo tutta la zona delle spiagge, creando un punto di scalo merci nella zona dell’ex fiera riutilizzando pertanto quella medesima struttura che diventerebbe un punto strategico vista la vicinanza al casello autostradale. Noi ci impegniamo a far sì che il progetto venga a mantenuto e una volta vinte le elezioni laddove, la regione continuerà a tagliare i fondi su Pesaro, ci impegneremo a trovare un’intesa con il gruppo ferrovie dello Stato perché, la politica deve essere amministrazione del bene comune nell’interesse del cittadino».

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