PESARO – Caso affidamenti diretti e inchiesta della magistratura, parla l’assessore alle attività economiche Francesca Frenquellucci.
«Gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da tanta voglia di fare per sprovincializzare e trasformare Pesaro in uno dei luoghi migliori d’Italia nei quali vivere. In passato l’economia della città era legata al mobile, ma dopo la crisi che ha colpito il settore la strategia è stata chiara: era quella di costruire un’economia nuova, basata su cultura, turismo e bellezza. Una linea che oggi ci ha permesso di diventare Capitale Italiana della Cultura 2024, un riconoscimento non solo per la città ma per tutto il territorio. Non è stato un percorso semplice, nel mezzo c’è stata il Covid, dove tutto si era fermato. Un periodo di enorme difficoltà dove tutta l’ amministrazione comunale ha lavorato cercando in ogni modo di trovare soluzioni immediate. Negli ultimi anni la città è riuscita anche ad intercettare tantissimi fondi, anche legati al pnrr, che hanno consentito all’Amministrazione uscente, ma anche a questa, di portare aventi progetti ambiziosi e di rendere la città sempre più competitività ed innovativa. Città Creativa della Musica UNESCO, Città Europea dello Sport, Città dei Giovani, Capitale italiana della Cultura e l’ importantissimo bando della CTE casa delle tecnologie emergenti che ha permesso di creare nuove opportunità e posti di lavoro».
Frenquellucci continua l’analisi. «Negli ultimi anni il mondo si è trasformato, si è trasformato e tutta la Giunta e amministrazione comunale hanno lavorato a testa bassa pressando gli uffici in modo costante per accedere ai bandi e portare beneficio per i cittadini pesaresi. Un lavoro serio, che ha portato Pesaro ad essere conosciuta per le sue caratteristiche e unicità, facendola diventare sempre più competitiva tra le città medie della cultura e non solo. Parlare di “Affidamenti diretti” vuol dire parlare di un metodo che velocizza e crea le condizioni per “semplificare” e snellire la burocrazia, che spesso rallenta lo sviluppo. A questo proposito riporto una nota uscita per dare alcuni dati e fare emergere quello che accade in tanti Comuni: Nel 2024, il 93% degli appalti pubblici è stato assegnato senza gara aperta: il 68,9% tramite affidamenti diretti e il 24,2% con procedure negoziate. I dati dell’ANAC, presentati da Banca d’Italia nel corso del convegno di Ance “Opere pubbliche oltre il 2026” a Vico Equense, mostrano un netto calo delle gare competitive, che ora rappresentano solo il 6,9% del totale, il minimo storico. Anche se queste modalità hanno accelerato l’assegnazione degli appalti, i tempi di progettazione e di esecuzione rimangono lunghi. Questo per dire che la velocità nella pubblica amministrazione richiesta in tutte le piazze da enti, cittadini, associazioni, ma poi si vuole mettere il “sospetto” su tutto. Se ci sono state infrazioni da parte di qualcuno è giusto che paghi, perché qui si parla di soldi pubblici. Ma prima di farne una gogna mediatica dobbiamo aspettare di capire realmente cosa è successo, e a farlo saranno gli organi competenti i quali ringrazio».