Pesaro

Agenti di polizia penitenziaria in protesta a Pesaro: «Aggressioni e poco personale, alcuni di noi assenti per stati d’ansia»

Le sigle sindacali chiedono strumenti di difesa come Taser e denunciano una situazione insostenibile con alcuni agenti costretti a casa per situazioni di stress psicofisco conclamate

Il presidio davanti al penitenziario di Pesaro

PESARO – Gli agenti di polizia penitenziaria non ci stanno. Sono riuniti davanti al carcere di Villa Fastiggi per manifestare contro le aggressioni e la carenza di personale. Sappe, Osapp, Sinappe, Uilpa, Uspp, Fp-Cgil, Fns-Cisl, chiedono strumenti di difesa come Taser e denunciano una situazione insostenibile con alcuni agenti costretti a casa per situazioni di stress psicofisco conclamate.

A fine agosto due poliziotti sono stati aggrediti, minacciati e oltraggiati, da tre detenuti che si rifiutavano di rientrare in cella su invito dei poliziotti. Qualche giorno dopo un detenuto di 150kg ha aggredito degli agenti ferendone alcuni.
Per i baschi blu è il momento di dire basta. «Ci siamo autoconsegnati nella Casa Circondariale di Pesaro». Ovvero restano in carcere senza tornare a casa, per protestare. «Tutto nasce perché vi è un’amministrazione penitenziaria (Locale, Regionale e Nazionale) sorda alle legittime proteste».

I sindacati stanno portando avanti le loro istanze. «Chiediamo il potenziamento dell’organico per il rispetto dei turni di lavoro ed un trattamento dignitoso. Denunciamo la pessima gestione del personale e dell’Istituto. È una situazione inaccettabile. Subiamo continue aggressioni, verbali e fisiche (solo negli ultimi giorni ve ne sono state 3/4). Il penitenziario di Pesaro, è diventato il contenitore di buona parte dei detenuti psichiatrici, violenti e di più difficile gestione e non è strutturata per gestire problematiche detentive di questo tipo in maniera ordinaria e continuativa. Gli eventi critici sono all’ordine del giorno».

Gli agenti chiedono strumenti di difesa per evitare di finire in ospedale a refertare lesioni e ferite. «Chiediamo presidi di sicurezza efficaci come i taser». Situazioni di lavoro difficili tanto che «dobbiamo evidenziare un malessere di colleghi che sono assenti a lunga degenza per “stati ansiosi”, circa 30 unità, segno evidente di un malessere profondo e duraturo». Le sigle denunciano «un’assenza di risposte certe del signor provveditore Manzelli, dalla quale finora sono giunte parole «molto confortanti», ma con l’ennesima presa in giro e mancanza di rispetto. C’è una gestione fallimentare da parte dell’attuale direttore. E per questi motivi chiediamo l’immediata rimozione dell’attuale direttore della casa circondariale di Pesaro e l’assegnazione di un comandante titolare».