PESARO – Aggressione al sottopasso dei Cappuccini, a Pesaro: sul caso interviene il sindacato di Polizia Silp Cgil.
«Le parole del sindaco e dell’assessore Mengucci, per la presunta aggressione nel sottopasso dei Cappuccini, non possono altro che trovare la nostra sponda in ogni virgola, riflessione, considerazione – spiega Pierpaolo Fregra, segretario provinciale Silp Cgil -. L’assunto fondamentale è sapere che Pesaro e il suo territorio sono costituiti da un tessuto sano, impermeabile a grossi gruppi criminali, la non radicazione di una criminalità stanziale, ma di una criminalità di “passaggio”, ma essere infiltrata da una malavita indotta dalla necessità di sopravvivenza quotidiana è chiarissimo. I gruppi dei migranti che bivaccano in maniera fissa nella zona della stazione/parco, sono le prime vittime di un sistema accoglienza che ha fallito la sua mission. Se il trattato di Dublino venisse cassato, in una notte ci accorgeremmo che all’alba i 3/4º dei personaggi presenti in stazione non ci sarebbero più. Lo noterebbero anche quei tossicodipendenti, a maggioranza nostrana, che improvvisamente si troverebbero senza spacciatori e sostanze. Perché finché la politica si occuperà a chiacchiere della difesa dei confini, ma non si occuperà di modificare gli accordi europei, lasceremo fette di mercato importanti alla criminalità che sfrutta i disperati approdati in Italia».
Frega precisa: «Queste intere fette di cittadini stranieri, anzi se a qualcuno sfuggisse: di “esseri umani”, di fatto vengono nell’indifferenza generalizzata, consegnate nelle mani della criminalità, organizzata e non. Ottimo capro espiatorio di una politica miope, ma soprattutto mediocre, che pur di “trovare un nemico” scarica sugli ultimi degli ultimi la propria incapacità. Pesaro e provincia stanno perdendo mensilmente, pezzi di sicurezza, donne e uomini che per raggiunta età pensionabile stanno svuotando lentamente gli uffici, dove i rimpiazzi 1/1 ad oggi sono insufficienti a ripianare organici per anni trascurati.
La Regione a trazione centro destra, pare ignorare il problema, o magari, pur di scalzare l’ultima roccaforte della sinistra, fa orecchie da mercante nel sollecitare il governo amico a prendersi cura dei territori. I bilanci dei comuni non permettono assunzioni indiscriminate di personale per la Polizia Locale e fortuna che chi amministra il Comune di Pesaro non ha mai mancato.
Basti notare anche come si sia tacitato una volta entrato nel consiglio comunale, sul tema sicurezza, il segretario del sindacato di maggioranza relativa delle donne e uomini della Polizia. Dopo aver affossato (abbiamo capito dopo il perché) volontariamente il processo della nuova questura all’ex intendenza di finanza, oggi non lo si sente spendere mezza parola, sul ripianamento degli organici e della risoluzione della sede dove i colleghi in servizio, che pur dice di rappresentare, debbano essere collocati.
Solo gli stolti non capirebbero il bluff del protocollo firmato in fretta e furia per realizzare la questura, presso una piccola porzione della caserma Cialdini, tutti sono consapevoli che lo spazio è e sarà insufficiente. Ma per l’italica logica della burocrazia si continuano a buttare soldi, abbandonare le persone per strada, pur di trovare un colpevole ed un movente all’incapacità, sempre di chi c’era prima e guadagnare consenso, gestendo la paura, sulla pelle dei cittadini».