MARCHE – Impianto agrivoltaico di Cartoceto, l’interrogazione passata sotto traccia.
A febbraio il consigliere regionale Andrea Biancani aveva discusso il tema in Consiglio. «Per ribadire il no al consumo di suolo agricolo per impianti fotovoltaici a terra e chiedere a che punto fosse la Regione nella tutela di questi terreni, a febbraio 2022 è stata discussa una mia interrogazione che – spiega il Vicepresidente del Consiglio Regionale Biancani – a mio parere, non ha avuto la giusta attenzione. Siamo abituati, purtroppo, ad occuparci delle cose solo quando scoppia il problema».
E ora il problema è emerso quando la TEP Renewables, una società con sede a Palermo ha già sottoscritto un contratto preliminare con una società agricola fanese proprietaria del terreno per realizzare un impianto agrivoltaico di 45 ettari, equiparabili ad una superfice di 60 campi di calcio, per oltre 28 megawatt.
Biancani dopo l’interrogazione aveva dichiarato che «la Regione Marche deve governare lo sviluppo di questi impianti, fissando regole chiare, dicendo No alla realizzazione di impianti nei terreni agricoli. Deve invece sostenere e agevolare la loro installazione nelle aree degradate, industriali, nei parcheggi e sui tetti degli edifici».
Secondo Biancani, alla luce degli ultimi aumenti, la Regione deve velocizzare l’approvazione del Piano Energetico Regionale e prevedere quanto prima bandi a sostegno della realizzazione di impianti ad energia rinnovabile.
«Il decreto semplificazioni – spiega Biancani- li considera impianti strategici, opere di pubblica utilità. La loro installazione va regolata. Servono regole chiare per dare certezze ai cittadini e a chi vuole fare investimenti».
«Pensare ad un consumo di suolo senza regole, anche se è per l’energia rinnovabile, significa non tutelare i terreni agricoli e tutto il valore aggiunto che rappresentano e potranno rappresentare in futuro per i marchigiani, in termini ambientali, economici e di qualità della vita. La risposta ricevuta in Aula ha riaffermato che la delibera di Giunta del 2010 che indicava diverse aree agricole regionali come non idonee a questo tipo di impianti è ancora in vigore e sufficiente a tutelare diversi territori.
A questo elenco dei siti non idonei però occorrerà affiancare velocemente, come previsto da decreto nazionale, l’elenco dei siti idonei che la Regione deve individuare. La Regione si è impegnata a inserire questo elenco nel Piano Energetico Regionale in fase di definizione, privilegiando tra i siti idonei le aree degradate, industriali, i parcheggi e i tetti degli edifici».