Pesaro

Alluvione, Coldiretti Pesaro: «Allevatori faticano a raggiungere i loro pascoli, rischiano il colpo di grazia»

L'associazione su Cantiano, Serra Sant'Abbondio e Frontone: «Danni a coltivazioni, attrezzature e strade impercorribili»

I danni dell'alluvione nell'entroterra pesarese

PESARO URBINO – La conta dei danni è salata anche per l’agricoltura. Coldiretti Pesaro analizza la situazione nell’entroterra colpito dall’alluvione.

«Di quattro strade utilizzate per salire sul Catria solo una è ancora percorribile e gli allevatori utilizzano quella per andare a verificare le condizioni di salute dei loro animali al pascolo – sottolinea l’associazione -. Un altro, con pecore e capre dalle parti di Frontone, ha dovuto chiedere l’intervento dei vigili del fuoco per ripristinare la carrareccia di collegamento che l’alluvione del 15 settembre ha lasciato scavata come canyon profondo quasi due metri».

Il direttore di Coldiretti Pesaro Urbino, Claudio Calevi, insieme ai suoi tecnici ha toccato Cantiano, Frontone e Serra Sant’Abbondio, i tre comuni colpiti dalla furia della pioggia dei giorni scorsi. «Qui la maggior parte dei terreni è tenuta a pascoli – spiega Calevi – ed è per questo che, per quanto riguarda le coltivazioni, abbiamo meno danni rispetto ad altre zone della regione. La conta finale sarà comunque ingente perché sono rimasti danneggiate attrezzature, mezzi agricoli e laboratori di trasformazione, rimesse, magazzini di stoccaggio».

I danni dell’alluvione nell’entroterra pesarese

A Cantiano, ad esempio, un produttore di vino aromatizzato alla tradizionale visciola locale, si è ritrovato il laboratorio sventrato, macchinari sommersi e i silos pieni portati via dalla corrente. «Parliamo di un’area – commenta Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Pesaro Urbino – dove le aziende agricole rappresentano oltre il 38% dell’economia e dove il lavoro degli agricoltori significa anche tutela del territorio e prevenzione verso il fenomeno dello spopolamento delle aree interne e marginali. La situazione non è delle migliori perché questo rischia di essere un colpo di grazia per l’intero settore se pensiamo anche ai rincari energetici che già ci trovavamo ad affrontare. Il tutto senza contare i danni in prospettiva con le semine autunnali e primaverili a rischio. Molti agricoltori che avevano già sistemato il terreno per prepararlo alle semine autunnali di orzo, grano e avena si ritrovano ora a dover ripetere l’operazione dopo aver già investito soldi, tempo e denaro a causa di smottamenti e ruscellamenti. Ripristinata la viabilità statale e provinciale, restano le strade poderali e rurali la vera spina nel fianco di un territorio che già prima non brillava per infrastrutture».