PESARO – Le lancette corrono, la clessidra è agli sgoccioli. Servono fondi immediati per Cantiano e i paesi colpiti dall’alluvione. Il caso diventa politico. «La Regione è contraria a sbloccare risorse per aiutare famiglie e imprese, senza contributi immediati a fondo perduto, in pochi potranno permettersi di anticipare le spese». È quanto sostengono il vicepresidente del consiglio regionale, Andrea Biancani, e la consigliera Micaela Vitri, dopo la bocciatura in Aula, da parte di tutta la maggioranza, della mozione a firma del Gruppo Pd, di cui erano primi firmatari.
«Abbiamo chiesto alla Regione – spiegano – di assegnare subito aiuti in denaro per le attività e per i residenti colpiti dall’alluvione del 15 settembre. Il sostegno al credito, la sola misura finora prevista dalla giunta regionale, non basta, serve liquidità immediata, altrimenti il tessuto economico e sociale si sbriciola. Ad un mese dalla tragedia, si sta di fatto chiedendo a cittadini e ad imprenditori di anticipare le spese, quando dovrebbe essere l’ente più vicino, la Regione, a garantire le risorse per ripartire subito, per poi farsi ristorare dallo Stato. Gli amministratori locali dei Comuni colpiti chiedono procedure snelle, rapidità nel conteggio dei danni e velocità nella liquidazione dei contributi, ma il loro appello non è stato finora ascoltato. Dal bilancio regionale, stornando le spese meno urgenti, si sarebbe già potuto creare un fondo straordinario, un anticipo che la Regione avrebbe potuto dare in attesa delle risorse statali».
Per i consiglieri «non basta promuovere ulteriori debiti in attesa dei contributi dello Stato. In queste zone, a fianco di poche grandi imprese solide e con fatturati importanti, ci sono tante attività con margini di guadagno molto bassi, per le quali, seppure importante, il credito agevolato non è sufficiente».
Così l’esortazione. «La Regione deve fare la sua parte subito, dando contributi a fondo perduto e riconoscendo tra i danni subiti anche i beni durevoli altrettanto necessari per il ritorno alla normalità delle famiglie, esclusi dai primi indennizzi statali, come ad esempio gli autoveicoli, fondamentali per potersi spostare, per andare al lavoro e raggiungere i servizi. Le risorse attualmente previste, i 5mila euro per le famiglie e i 20mila euro per le imprese, lo ricordiamo, sono fondi stanziati dallo Stato per affrontare l’emergenza, non sono risorse regionali».
«Cittadini e imprenditori – concludono Biancani e Vitri – stanno reagendo con dignità e coraggio, sostenuti dalla solidarietà di tantissime persone. Ma se a questo attaccamento al territorio, a questa voglia di ripartire non corrisponderanno atti concreti in tempi rapidi, sarà impossibile far sopravvivere queste zone ed evitarne un ulteriore spopolamento».