ANCONA – Si amplia nelle Marche la rete di “Quei 41” il gruppo di infermieri non vaccinati contro il Covid, che si sono coalizzati per chiedere la «revoca delle sospensioni» per il personale rimasto senza retribuzione perché non si è sottoposto alla vaccinazione contro il virus.
Nei giorni scorsi si era costituito un primo gruppo di infermieri facenti parte dell’Opi Ancona (Ordine delle professioni infermieristiche), il quale aveva elaborato un documento nel quale aveva messo nero su bianco una serie di richieste indirizzate all’ordine della provincia di Ancona e ai suoi iscritti.
Nel documento gli infermieri hanno chiesto la revoca delle sospensioni senza retribuzione e il reintegro in servizio del personale non vaccinato, visto anche l’andamento favorevole della pandemia. Documento condiviso anche da alcuni infermieri vaccinati contro il Covid. Ora accanto al gruppo di Quei 41 della provincia di Ancona, si è costituito un altro gruppo anche in provincia di Pesaro Urbino.
«Al progetto si sono aggiunti anche i colleghi dell’Ordine di Pesaro-Urbino – spiega Enzo Palladino, componente del gruppo. estensore e primo firmatario del documento, oltre che portavoce del gruppo – e presto si aggiungeranno anche i colleghi di Fermo, ma abbiamo contatti anche in altre regioni dove potrebbero sorgere iniziative analoghe».
Intanto tra Ancona e Pesaro Urbino sono già «oltre 100» gli infermieri che hanno siglato il documento con le stesse richieste. L’obiettivo della battaglia, spiega, è quello di «tutelare i cittadini e, al tempo stesso, di recuperare il personale sospeso». Sabato a Jesi “Quei 41” si sono ritrovati in occasione della visita del presidente e fondatore di Italexit Gianluigi Paragone.
«In quell’occasione sono stato avvicinato da alcuni cittadini che hanno mostrato di sposare la nostra tesi – spiega Palladino -, segno che iniziano ad avere un’altra considerazione per quelli come me, etichettati come “no-vax”, ma che non sono untori».