ANCONA – «È una vittoria che portiamo a casa e di cui siamo orgogliosissimi e orgogliosissime, l’unico tassello del Ddl Zan che si è salvato». È il commento del segretario Arcigay Comunitas, Matteo Marchegiani, all’apertura del primo centro di accoglienza nelle Marche per persone Lgbtqia+. La struttura con sede a Fano, all’interno del Paricentro, e valenza regionale, ha aperto ufficialmente i battenti oggi – 15 marzo, dopo l’inaugurazione avvenuta nella giornata di ieri.
Rainbow Hub, così si chiama il centro, operativo dal lunedì al venerdì, è raggiungibile tramite una linea telefonica attiva 24 ore su 24 ore, per agevolare anche le zone dell’entroterra e chi non può raggiungere facilmente Fano, oltre che tramite il sito www.paricentro.it.
«Abbiamo lavorato tanto per raggiungere questo risultato – aggiunge -, i fondi sono pochissimi, ma intanto è un passo importante, perché c’era una grande necessità di un servizio di questo tipo sul territorio». Un servizio molto atteso dalla comunità, per la necessità di trovare ascolto, informazioni, supporto e accoglienza, specie in una fase storica complessa come quella attuale.
La pandemia, che con le chiusure e la convivenza forzata fra le pareti domestiche aveva esacerbato il senso di isolamento vissuto dalle persone con con una diversa identità di genere e un diverso orientamento sessuale. Un quadro sul quale ora si inserisce anche lo scenario di incertezza internazionale legato al conflitto tra Russia e Ucraina che rischia di scatenare una crisi economica peggiore di quella generata dalla pandemia.
E proprio in riferimento al conflitto, Marchegiani rimarca le discriminazioni a cui sono ancora soggette le persone Lgbtqia+ in molti Paesi, fra i quali proprio i due Paesi in guerra, Russia e Ucraina. In tal senso il centro potrà fornire un supporto anche ai profughi Lgbtqia+ che dovessero giungere nelle Marche con i corridoi umanitari aperti. Nel centro infatti operano psicologi, psicoterapeuti, avvocati, mediatori culturali e linguistici, per superare ogni barriera. Sostegno psicologico alla persona e al contesto familiare, assistenza legale, azioni di orientamento al lavoro e all’indipendenza abitativa, sono le azioni cruciali che svolgerà l’hub.
Compiuto questo passo importante nella battaglia contro le discriminazioni, tra le grandi sfide da affrontare c’è «l’emergenza abitativa. Spesso le persone che fanno coming out vengono cacciate di casa dalle proprie famiglie, situazioni complesse alle quali vogliamo dare una risposta. Al momento i fondi non ci consentono di farlo, ma ci stiamo organizzando per predisporre un mediatore abitativo e lavorativo, per consentire una piena autonomia. Dovremo però stringere delle collaborazioni con le istituzioni per far partire il progetto».
Tra le iniziative anche un asse formativo rivolto sia agli operatori del centro che all’esterno. «Vogliamo avviare un dialogo con le forze dell’ordine che spesso si ritrovano a fronteggiare situazioni di emergenza in cui è fondamentale essere accoglienti».
L’appello di Marchegiani è quello a non esitare a rivolgersi al centro: «Arcigay Comunitas Ancona e Arcigay Agorá PU sono sempre a disposizione per fornire supporto ed informazioni a tutti coloro che ne necessitino, oltre ovviamente alla disponibilità del Centro nel fornire sostegno con gli strumenti a sua disposizione». Le due Associazioni invitano a farsi avanti «per poter permettere l’emergere di qualsiasi situazione legata a problemi di omolesbobitransfobia nella Regione. Non si devono avere timori, perché all’hub si possono trovare accoglienza, comprensione e il supporto necessario. Gli operatori sono esperti in materia, formati a partire proprio dall’ascolto senza pregiudizio, insomma un ambiente sicuro al 100%».