PESARO – L’appello a Regioni, Province e Comuni sul tema delle scuole. Arriva da 33 ex sindaci, tra loro anche Oriano Giovanelli, ex sindaco di Pesaro, e Fabio Sturani, ex di Ancona.
«Anche se il livello di istruzione è in leggera crescita, gli italiani restano fra gli ultimi in Europa (cfr. Report Istat luglio 2020). Le donne italiane sono mediamente più istruite degli uomini, la popolazione del Mezzogiorno è meno istruita di quella del Centro Nord. L’Italia resta al penultimo posto nella Ue, seconda solo alla Romania, per quota dei laureati sulla popolazione. La quota di giovani Neet italiana è la più alta d’Europa: nel Mezzogiorno più che doppia rispetto al Nord. Data la relazione univoca tra livello di studio e possibilità di impiego, se ne deduce che aumentare la scolarizzazione nel Paese sia un investimento strategico, oltre che un fattore di riduzione delle diseguaglianze sociali e territoriali».
Per gli ex sindaci desta particolare preoccupazione la situazione degli asili nido. Secondo l’Istat il sistema degli asili privati e pubblici del nostro Paese è in grado di accogliere solo il 24% dei bambini residenti in Italia da 0 a 3 anni. Gli asili nido nel Sud e nelle Isole sono un miraggio.
«Al di là delle politiche generali di implementazione del grado di istruzione, che prevedano un’estensione dell’obbligo fino a 18 anni, necessariamente di carattere nazionale, i servizi scolastici per la prima infanzia sono di competenza dei Comuni che negli ultimi anni hanno ridotto, anziché implementare, la loro offerta (Istat).
Se negli anni della crisi della finanza pubblica era comprensibile (anche se non accettabile) la riduzione dell’offerta pubblica nei servizi scolastici per la prima infanzia, ora, con il PNRR che prevede forti stanziamenti in materia, la rinuncia dei Comuni a potenziare questa prima fascia strategica dell’educazione e dell’istruzione sarebbe una scelta irresponsabile. Data la relazione stretta tra asili nido e scuole materne, inclusione sociale, riduzione dell’abbandono scolastico, aumento delle competenze e crescita dell’occupazione femminile.
Sono circa 3 i miliardi previsti dal PNRR per la costruzione o ristrutturazione dei servizi per la prima infanzia a cui si aggiungono i 700 milioni già assegnati dal Governo a questo obiettivo.
Dato il sistema di assegnazione dei fondi per bandi, è molto forte il rischio che le risorse stanziate finiscano per penalizzare i territori più piccoli e meno tecnicamente preparati accrescendo invece che ridurre le diseguaglianze del sistema scolastico esistenti».
Da questo timore nasce l’appello alle Regioni, alle Province e ai Comuni perché «non sprechino questa opportunità di crescita del livello di istruzione della popolazione ristrutturando e costruendo asili nido e scuole materne in tutti i territori, anche i più piccoli, ove vi sia presenza di quelle fasce d’età. Il PNRR nella sua applicazione prevede anche la possibilità di far ricorso, provvisoriamente, a risorse tecniche esterne, dedicate a realizzare progetti coerenti con gli indirizzi di spesa. Riteniamo che sarebbe compito delle Regioni (a partire da quelle attualmente meno dotate di tali servizi) far sì che le domande dei Comuni si trasformino in progetti finanziati e realizzati. È giusto che Il Ministero e l’Anci collaborino per evitare i rischi di uso incongruente delle risorse disponibili».