Pesaro

Pesaro, arrestato il fornitore dei pusher di cocaina: un giro di affari da 15mila euro a settimana

In manette un 33enne albanese residente a Rimini. Veniva a Pesaro due volte al giorno. Preso dalla squadra mobile

PESARO – Un giro di affari da 15mila euro a settimana. Arrestato 33enne albanese per spaccio.

Il personale della Polizia di Stato in servizio alla Squadra Mobile di Pesaro, a conclusione di una mirata attività d’indagine, ha arrestato un cittadino albanese di anni 33, residente a Rimini, per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.

In particolare gli investigatori, già da qualche tempo, avevano iniziato ad attenzionare lo straniero, sospettato di essere al centro di un’attività di spaccio. Dal monitoraggio effettuato nei suoi confronti, era emerso,  infatti, che il 33enne aera solito spostarsi con la sua vettura, anche due volte al giorno, dalla vicina Romagna sino a Pesaro, dove prendeva contatti con soggetti conosciuti quali assuntori di cocaina.

Nel pomeriggio dello scorso venerdì 30 settembre gli agenti, ritenendo che lo straniero,  in vista del fine settimane quando la richiesta di droga aumenta, stesse per movimentare dello stupefacente, lo attendevano lungo la Strada Statale 16, all’altezza di Cattabrighe, bloccandolo all’interno della sua vettura. 

La droga sequestrata

Nella circostanza l’uomo veniva trovato in possesso di 8 dosi di cocaina, per un totale di 23 grammi circa. La successiva perquisizione della sua residenza, effettuata con la collaborazione della Squadra Mobile di Rimini, consentiva di rinvenire e sequestrare ulteriori 270 grammi circa della medesima sostanza contenuta in barattoli di riso.

Di conseguenza il 33enne è stato arrestato. Nella giornata di lunedì 3 ottobre, l’Autorità Giudiziaria pesarese ha convalidato l’arresto, disponendo la custodia cautelare in carcere del predetto.

Sulla base degli elementi acquisiti, gli investigatori ritengono probabile che l’uomo gestisse un giro d’affari notevole, che poteva raggiungere anche i 15mila euro a settimana. Ciò farebbe ritenere che lo stesso, più che come pusher, agisse come fornitore di cocaina, destinata ad essere acquistata da clienti del posto, per poi essere ulteriormente tagliata e smerciata.

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