PESARO – La genesi di un’opera, la prima idea, lo studio anatomico. Il disegno è elemento chiave per ogni artista. Pesaro Capitale italiana della cultura 2024 mette in mostra circa 40 opere grafiche conservate nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, uno dei centri nevralgici della cultura di questa città, custode di un inestimabile patrimonio storico. La mostra ‘Capitale del Disegno. Raffaello, Barocci, Cantarini, Lazzarini dalla Biblioteca Oliveriana per Pesaro 2024 è aperta dal 22 settembre al 17 novembre 2024 nelle sale che ospitano la collezione permanente dei Musei Civici di Pesaro. La mostra è a cura di Anna Cerboni Baiardi con Anna Maria Ambrosini Massari.
I disegni esposti appartengono alla collezione Viti Antaldi e tracciano un ideale percorso con alcuni dei principali artisti che si sono avvicendati in questo territorio tra il XVI e il XVIII secolo: l’urbinate Federico Barocci (1533-1612), attivo per il duca Francesco Maria II della Rovere insieme ai suoi valenti seguaci; i pesaresi Simone Cantarini (1612-1648), genio inquieto e innovativo, e Giovanni Andrea Lazzarini (1710-1801), protagonista del Settecento nella sua città natale e nelle Marche. Tutti questi si sono trovati a riflettere, in tempi e modi diversi, sull’opera del grande Raffaello (1483-1520) che, nato a Urbino e infine chiamato da papa Giulio II a Roma, ha dato vita a opere ritenute così perfette da diventare modelli inesauribili per le generazioni future.
Il disegno di Raffaello è un lavoro preparatorio per una pala d’altare che è ora conservata al museo di San Paolo in Brasile ed è su due facciate dello stesso foglio. Certifica il rigore del rinascimento urbinate, la fisicità del corpo e la corretta proporzione. Poi i disegni di Barocci, maniacali nella loro ripetizione di parti del corpo da studiare e ristudiare. E il tratteggio libero di Cantarini. L’allestimento è anticonvenzionale, i fogli sono incastonati in materiali di recupero: dei cartoni grezzi.
La mostra è promossa da Comune di Pesaro e Fondazione Pescheria – Centro arti visive nell’ambito degli eventi di Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, con il contributo della Regione Marche e in collaborazione con Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani e Pesaro Musei, in partenariato con l’Accademia Raffaello di Urbino. L’organizzazione è di Maggioli Cultura e Turismo.
La curatrice Anna Cerboni Baiardi ha sottolineato in conferenza stampa: «La mostra mette in luce una delle più significative realtà storico artistiche della città di Pesaro: la collezione di disegni Viti Antaldi conservata nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, nota nei secoli passati per il gran numero di autografi di Raffaello, oggi vanto delle più prestigiose raccolte del mondo. I disegni scelti per l’occasione tracciano un ideale percorso da Raffaello a Lazzarini, passando attraverso Federico Barocci, i suoi allievi e Simone Cantarini. Per ognuno di questi l’attività grafica ha rivestito un ruolo fondamentale. I disegni permettono al visitatore di entrare nella dimensione più creativa dell’elaborazione artistica, di ammirare il valore sintetico di una linea o la morbidezza di un segno sfumato, di godere di un’immagine funzionale a un progetto o semplicemente di un esercizio di stile fine a se stesso. In diversi casi i fogli dialogano con alcuni dipinti selezionati, normalmente compresi nel percorso museale, ma anche con opere inedite o poco note offerte per l’occasione da collezionisti pubblici e privati che arricchiscono la conoscenza e la ricerca».
«La mostra a Palazzo Mosca è un evento ‘perfetto’ per il calendario di Pesaro 2024 da diversi punti di vista – così Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Pesaro -. I disegni che convivono accanto ai tesori permanenti dei Musei Civici provengono dalla Biblioteca Oliveriana, mettendo così in stretta comunicazione due dei luoghi simbolo della cultura cittadina. Ancora, la selezione di opere esposte traccia di fatto un ideale percorso che coinvolge l’urbinate Federico Barocci e i pesaresi Simone Cantarini e Giovanni Andrea Lazzarini».
Fabrizio Battistelli, presidente Ente Olivieri – Biblioteca e Musei Oliveriani insieme con la direttrice Brunella Paolini rilevano: «Raffaello, che eccelle nell’arte pittorica in quanto tale, porta nel tratto grafico immediato e creativo un segno di cui resterà traccia nell’opera di allievi e seguaci, anche a Urbino e a Pesaro, oltre che un’ispirazione per innumerevoli artisti nel mondo. È ambivalente la sorte dei disegni. Le loro proporzioni, la loro materia, la stessa apparente volatilità ne fanno un oggetto particolarmente vulnerabile alla dispersione. Questo è ciò che è accaduto alla superba collezione impostata dal collaboratore di Raffaello Timoteo Viti, passata poi alla famiglia Antaldi e prodigiosamente (sia pure parzialmente) pervenuta alla Biblioteca Oliveriana. Conservare di questi tesori, e nello stesso tempo valorizzarli attraverso la condivisione con il pubblico, è la vocazione di un’istituzione come l’Oliveriana».