PESARO – Asili nido, la polemica degli esclusi e la riflessione sui fondi e le strutture. A parlarne è la maggioranza consigliare pesarese. «Una rappresentanza di coppie genitoriali quali portavoce di tante altre, hanno chiesto di essere ascoltate per evidenziare il forte disagio e le criticità per poter accedere ai nidi 0-3 anni. Con grande trasparenza l’assessora Camilla Murgia ha comunicato quanto il Comune di Pesaro stia già investendo in questo fondamentale servizio alle famiglie con un’offerta di qualità che prevede 13 nidi comunali a cui si aggiungono le 3 sezioni primavera per circa 45 posti, con un investimento di circa 10 milioni di euro all’anno nel servizio educativo – nidi e scuole dell’infanzia – risultando così tra le realtà più virtuose in Italia nelle scelte educative. Inoltre sono già in costruzione due nuovi poli scolastici per la prima infanzia».
Partito Democratico e alleanza sottolinea però «l’insufficienza del contributo erogato dalla Regione Marche agli enti
locali e quindi anche al nostro Comune (ricordiamo che la Regione destina la risibile somma di 1,5 milioni di euro all’intero territorio delle Marche, circa 1/8 di quello che il solo Comune di Pesaro investe in un anno) e proprio a questo proposito che è già stata depositata una mozione delle consigliere PD Giulia Vitali, Alessandra Cecchini e Anna Maria Mattioli con l’appoggio di tutta la maggioranza, al voto nel prossimo consiglio comunale del 11 dicembre, per chiedere al Sindaco e alla Giunta di adottare una politica mirata, che porti ad aumentare significativamente i posti disponibili negli asili nido cittadini al fine di contrastare l’impennata delle liste d’attesa in continuo aumento, e compatibilmente con il quadro finanziario dell’ente, a ridurre progressivamente le tariffe, sollecitando la Regione ad una fattiva compartecipazione economica, anche ricorrendo al Fondo Sociale Europeo, sull’esempio virtuoso di altre regioni italiane».
Che concludono: «Siamo consapevoli che i nidi d’infanzia rappresentino uno dei pilastri della conciliazione tra educazione e tempi di lavoro, in quanto favoriscono la maggiore partecipazione dei genitori, e soprattutto delle donne, al mercato del lavoro diminuendo il rischio di povertà durante l’intero arco della vita e la riduzione del divario retributivo di genere. Si registra oggi l’assenza di erogazione di fondi aggiuntivi regionali più volte richiesti, le famiglie chiedono risposte».