PESARO – Mancano i posti per i bambini agli asili nido. Le mamme scendono in piazza. E il centrosinistra incolpa la Regione.
«Le famiglie pesaresi con bimbi in età 0-3 anni chiedono aiuto e sostegno per il sacrosanto diritto al lavoro e all’accesso agli asili nido comunali per i propri figli – interviene la maggioranza consiliare pesarese – l’amministrazione comunale non si è girata certo dall’altra parte ed è scesa in piazza al loro fianco con l’assessora alla crescita Camilla Murgia e il Presidente della Commissione Servizi Educativi Tomas Nobili per ascoltarle e coordinarsi insieme al fine di trovare una strategia comune.
Il Comune di Pesaro stia già investendo in questo fondamentale servizio alle famiglie con un’ offerta di qualità che prevede 13 nidi comunali a cui si aggiungono le 3 sezioni primavera per circa 45 posti, con un coordinamento pedagogico a sostegno dei gruppi di lavoro di ogni nido, che è composto da educatrici, ausiliarie, cuoche investendo circa 10 milioni di euro all’anno nel servizio educativo – nidi e scuole dell’infanzia – risultando così tra le realtà più virtuose in Italia nelle scelte educative e nella strutturazione dell’offerta. Inoltre sono già in costruzione due nuovi poli scolastici per la prima infanzia».
Poi il messaggio ad Ancona «Va sottolineata l’insufficienza del contributo erogato dalla Regione Marche agli enti locali e quindi anche al nostro Comune (ricordiamo che la Regione destina la risibile somma di 1,5 milioni di euro all’intero territorio delle Marche, circa 1/8 di quello che il solo Comune di Pesaro investe in un anno). E’ già stata depositata una mozione da parte delle consigliere PD Giulia Vitali, Alessandra Cecchini e Anna Maria Mattioli con l’appoggio di tutta la maggioranza per chiedere al Sindaco e alla Giunta di adottare una politica mirata, che porti ad aumentare significativamente i posti disponibili negli asili nido cittadini al fine di contrastare l’impennata delle liste d’attesa in continuo aumento».
«Siamo consapevoli che i nidi d’infanzia rappresentino uno dei pilastri della conciliazione tra educazione e tempi di lavoro, in quanto favoriscono la maggiore partecipazione dei genitori, e soprattutto delle donne, al mercato del lavoro diminuendo il rischio di povertà durante l’intero arco della vita e la riduzione del divario retributivo di genere. Il nostro impegno – ribadiscono l’assessora Murgia, il Presidente Tomas Nobili e l’intera maggioranza – è sempre stato quello di riconoscere a tutte le bambine e a tutti i bambini – Il Comune sta facendo coscientemente la sua parte, ora spetta alla Regione dare sostegno alle famiglie che a gran voce oggi chiedono aiuto e risposte e noi convintamente con loro».
«La mia più sentita solidarietà – sottolinea la Consigliera regionale Pd Micaela Vitri – alle duecento famiglie con figli esclusi dal servizio di asilo nido, che si sono riunite in Piazza del Popolo a Pesaro per protestare. Capisco benissimo cosa si prova. Vorrei quindi rivolgere un doveroso appello alla Giunta Acquaroli affinché risponda concretamente come sta facendo l’Emilia-Romagna. Per dare le risposte che i genitori si aspettano, la filiera deve essere Stato-Regione e Comune. Se le prime due non esistono, i Comuni vanno in difficoltà. La Regione Marche, convinta già di fare abbastanza contribuendo per il 25% dei costi, è invece scollata dalla realtà e dai bisogni delle famiglie. Per capire il confronto, basti pensare che Emilia-Romagna e Toscana investono invece circa 20 milioni di euro, oltre alle risorse del Fondo Sociale Europeo».
Il Comune di Pesaro ha creato 50 nuovi posti per la sezione Primavera e spende ogni anno 10 milioni per i nidi, mentre la Regione investe solamente 1,5 milione, il minimo previsto dalla legge nazionale. Come se non bastasse le Marche, dopo la Basilicata, sono la regione dove le famiglie partecipano di più alla spesa complessiva per i nidi, con il 20,8% della compartecipazione.