PESARO – Una lenta recessione del comparto manifatturiero, Confindustria chiede un impegno pubblico-privato per scongiurare la crisi.
La relazione all’assemblea pubblica della presidente di Confindustria Pesaro Urbino, Alessandra Baronciani, a conclusione del secondo anno di mandato, ha una chiara visione del futuro e rappresenta un forte invito a «mettere un freno alla lenta transizione recessiva del manifatturiero pesarese» e al rischio che «anche imprese con know how esclusivi e prodotti di nicchia diventino facili prede di acquisizioni internazionali che le portino a trasferire il loro prezioso know how in altri paesi, dove magari il costo del lavoro è basso e gli standard di sicurezza in fabbrica ridotti al minimo indispensabile».
«Tralasciare ideologie, paure anche se comprensibili, posizioni radicali e aprirsi a un confronto tra pubblico e privato, che tenga conto delle criticità e dei bisogni della provincia sostenuta dalla ricerca e dall’innovazione tecnologica, che hanno terreno fertile nel nostro territorio».
Baronciani, davanti al presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, si dice «consapevole del cambiamento economico, sociale e culturale in corso e pronta a sviluppare un innovativo rapporto con le istituzioni pubbliche, i sindaci, le altre associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali». Nel suo intervento ha affrontato tutte le grandi sfide che la provincia di Pesaro Urbino ha davanti come le tematiche ambientali, perché «non è realistico pensare che si possa arrivare ad azzerare completamente i rifiuti, nonostante le imprese stiano lavorando già da molti anni per ridurre, riciclare e riutilizzare gli scarti». Così come «fare impresa senza acqua è impossibile e la nostra provincia sta scivolando verso una crisi idrica pericolosa che va affrontata subito». Spazio anche alla sicurezza perché «nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni dobbiamo aumentare il nostro impegno: stiamo lavorando alacremente sulla formazione, compresa quella degli imprenditori».
Baronciani sulla sanità ha parlato di una «riduzione dei servizi e una carenza di medici del lavoro». Tema chiave le infrastrutture: «Il potenziamento della rete ferroviaria, a cominciare dall’arretramento del tratto Pesaro-Fano, insieme a porto, aeroporto e interporto ad Ancona rappresentano un polo intermodale che garantirebbe alle Marche una forte capacità di attrazione».
«Già da quattro anni, da quando sono presidente, affermo che è fondamentale il binomio pubblico privato in tanti ambiti, soprattutto per quanto riguarda le politiche attive del lavoro delle quali continuiamo a parlare, ma che non si realizzano mai nella realtà – ha evidenziato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi -. Invece, potrebbero effettivamente dare un ottimo risultato, tenuto conto anche della formazione, anzi della ri-formazione delle competenze del capitale umano, che necessariamente dobbiamo fare per agganciare le transazioni»
A Urbino ha preso la parola anche un imprenditore “prestato” alla politica: Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia. «Le aziende hanno bisogno di sentire lo Stato vicino. Sul tema immigrazione vanno evitati buonismi inutili. Oltre all’accoglienza, bisogna garantire un lavoro. Personalmente, ho sempre sostenuto il blocco navale umanitario, ma chi è arrivato non può restare a non far niente per mesi e mesi aspettando la burocrazia. Mentre sono in questo limbo, facciamo lavorare le persone, è il modo migliore per integrarle. È necessario creare normative che sblocchino il sistema dal punto di vista operativo. Sarebbe un beneficio per tutta la comunità».