PESARO – Atim (Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche) e affidamenti diretti, sul caso interviene la consigliera Pd Micaela Vitri. «Gli affidi diretti di Atim continuano a nascondere un flusso di denaro incontrollato che esce dalle Marche e arriva fino a Roma, Milano e a tanti amici degli amici anche nella nostra Regione. 80mila euro per una sede deserta, 366 mila euro alla Cor di Roma per una mostra, 102 mila euro alla eMMeventi di Bergamo per “La Vendemmia 2024”, 185 mila euro a tre società romane, di cui due con lo stesso civico e stesso amministratore, oltre all’addendum di 300 mila euro all’ex ct della nazionale di calcio Roberto Mancini. Questi sono solamente alcuni numeri che spiegano lo sperpero di denaro pubblico ad opera di Atim».
«L’Agenzia Turismo e Internazionalizzazione delle Marche – prosegue Vitri – è stata voluta fortemente dal Presidente, nonché Assessore al Turismo, Francesco Acquaroli ed è già costata ai marchigiani 8,6 milioni, di cui 186 mila vanno nelle tasche del Direttore Generale. Nella replica alla conferenza stampa sul “carrozzone Atim”, organizzata dal nostro gruppo consiliare, Acquaroli si vantava dei risultati ottenuti sul turismo, ma preferisce ignorare il traino fondamentale di Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024, che ha portato il Pil legato al turismo culturale dall’8% al 15%. Il percorso è stato però ostacolato sia dalla Regione, che ha dato il minimo promesso quando era in gara anche Ascoli, sia da Atim, che non ha stanziato un solo euro. Sarà forse perchè quel titolo è stato conquistato da un’amministrazione comunale di centrosinistra? Eppure le risorse c’erano visto che Atim ha sborsato 100mila euro a Sky per la trasmissione di calciomercato a Fano e l’Assessore al Turismo Acquaroli altri 100mila, sempre a Sky, per la festa TavulliaVale».
Vitri critica: «Non siamo i soli ad avere dubbi sull’attività di Atim fin dal giorno in cui è stata creata, tanto che avevamo presentato la proposta di legge per abolirla (primo firmatario Fabrizio Cesetti). Basta dare un’occhiata al giudizio di parificazione del Rendiconto generale 2023 della Corte dei Conti, presentato pubblicamente lo scorso 26 settembre, in cui è scritto: “Assai problematica, sotto vari punti di vista, è apparsa la gestione di ATIM, oltre a mostrare profili di inefficienza, fanno emergere il mancato rispetto di basilari principi contabili in tema di programmazione e rendicontazione e denotano una condotta dell’Amministrazione regionale elusiva dei principi di veridicità, attendibilità, correttezza e comprensibilità del bilancio”, “Il convulso e disorganico sviluppo delle relazioni giuridiche e finanziarie tra ATIM e Regione nel corso del 2023 fa emergere un deficit di programmazione ed uno scollamento della dinamica operativa dell’Agenzia dalle finalità del bilancio regionale, tenuto conto che i rapporti tra i due enti si sono tradotti in un coacervo inestricabile di direttive ed indirizzi, spesso difficilmente inquadrabili in un lineare ed idoneo contesto programmatorio, normativo ed amministrativo; ciò rende anche la copertura di alcuni degli interventi da attuare incerta e non definita, priva di quella chiarezza finanziaria minima richiesta in riferimento all’art. 81 Cost. e insuscettibile di essere correttamente correlata alla dimensione finanziaria degli oneri derivanti dalle politiche regionali in tema di turismo».
Mi chiedo con quale coraggio il consigliere Nicola Baiocchi continui a parlare delle vicende pesaresi, mentre si continuano a sprecare indecentemente risorse in una Regione in cui oltre il 9% dei cittadini è costretto a rinunciare alle cure a causa delle politiche disastrose della Giunta regionale. Leggendo oggi le parole del Consigliere Baiocchi – conclude Vitri – mi torna alla mente un vecchio proverbio sentito dai miei nonni“il bue che dice cornuta all’asino».