Pesaro

Cani aggressivi, l’istruttore cinofilo: «Non esistono razze pericolose. Servono percorsi educativi o rieducativi con esperto»

L'educatore e istruttore cinofilo Tatiana Camilletti ci parla di cani e aggressività dopo la tragedia di Mercatino Conca, dove una ottantenne ha perso la vita, uccisa dal suo cane

Tatiana Camilletti

«Difficile dire perché accadono questi eventi. Ci sono tanti aspetti che non conosciamo appena escono queste notizie. Il cane può aver già dato degli avvertimenti ma noi non averli letti ed interpretati. Ci possono essere delle disfunzioni fisiologiche o psicologiche non approfondite». A dirlo è Tatiana Camilletti, educatore e istruttore Cinofilo, tecnico di Mobility Dog, che interviene sulle recenti notizie di cronaca relative ad aggressioni da parte di cani nei confronti dei loro padroni.

Il 29 febbraio, a Mercatino Conca, piccolo comune del Pesarese, una donna di 80 anni, Gianna Canova, è stata aggredita dal suo cane e ha perso la vita. Una notizia che ha scosso l’opinione pubblica. Come prevenire aggressioni di questo tipo? Secondo l’istruttore cinofilo servono «percorsi educativi o rieducativi con un esperto. È l’unica strada per capire il proprio cane, conoscerlo meglio, attuare un cambiamento comportamentale andando a lavorare nella relazione. Mai affidarsi alla vicina di casa, all’amico o al conoscente che ha sempre avuto cani. Affidarsi solo a professionisti: educatore o istruttore cinofilo oppure ad un medico veterinario esperto in comportamento».

«Razze pericolose non esistono – spiega Tatiana Camilletti -. Esistono solo cani con delle motivazioni di razza, con una soggettività che li rappresenta, con un vissuto che cambia il modo di vedere le cose. Ogni razza è stata selezionata per svolgere un “lavoro”. Se prendiamo un segugio avrà un’attitudine alla caccia da seguita. Quindi sarà portato ad usare il naso per seguire una traccia. Se prendiamo un cane da pastore guardiano sarà portato a controllare le greggi. Le motivazioni hanno bisogno di un campo di espressione. Se manca quello e insieme mancano anche le basi di un benessere psicofisico e relazionale, potenzialmente qualsiasi cane può essere pericoloso».

Come reagire nel caso in cui si venga assaliti da un cane?
«È importante prevenire. Non si dovrebbe arrivare mai all’attacco del cane. Se avviene, purtroppo, è troppo tardi per poter correre ai ripari. Sicuramente può distogliere il cane dalla presa usare l’acqua. Ma quando accadono questi eventi non si è mai veramente pronti. Tentare di tirare via il cane può essere controproducente. Sarebbe utile per tutti i proprietari di cani fare dei percorsi educativi e conoscitivi per imparare a gestire il proprio cane nelle varie situazioni così da evitare incidenti».

Quali sono i campanelli d’allarme di una aggressività dell’animale che devono essere attenzionati e approfonditi?
«Partendo dai segnali più piccoli. Un cane che non vuole essere toccato-manipolato per le cure ordinarie o che tende ad essere evitante, non risponde al richiamo, se mostra ostilità con cani e/o persone. Ai segnali più forti. Un cane che abbaia contro cani e persone, cani che subiscono un atteggiamento coercitivo da parte dell’umano, cani che ringhiano o che hanno già morso o provato a mordere. In generale qualsiasi segnale che non ci convince o non capiamo andrebbe approfondito e capito con l’aiuto di un esperto. Non siamo abituati ad osservare i nostri cani. Già sarebbe un buon punto di partenza».

Come gestire i cani che hanno mostrato comportamenti “problematici” e quali sono i comportamenti adottati dai padroni che possono rischiare di provocare aggressività nell’animale?
«I cani “problematici” se ritenuti tali da un esperto vanno gestiti secondo le indicazioni del professionista che cambiano in base al tipo di cane, in base al problema, in base al contesto di vita e alla famiglia. Non esiste una risposta uguale per tutti, altrimenti significherebbe considerarli delle macchine. Sicuramente tutti i nostri atteggiamenti di coercizione, competitivi e di maltrattamento possono influire negativamente sul comportamento del cane. Non pensiamo al maltrattamento solo al cane tenuto a catena o picchiato; maltrattamento è anche continuare a toccare un cane che non vuole essere toccato, lasciare il cane in giardino pensando sia ciò di cui ha bisogno, quando in realtà si tratta di isolamento sociale».