PESARO – Il consigliere comunale di Pesaro racconta la sua esperienza in cui è stato bullizzato e propone una mozione. La maggioranza la boccia ed è polemica.
La mozione dei consiglieri Bartolomei, Dallasta e Marinucci era per “l’avvio di un progetto di contrasto al bullismo e alle discriminazioni nelle scuole di Pesaro”. È stata respinta con 14 voti contrari e 12 voti favorevoli.
A presentarla Antonio Bartolomei di Forza Italia: «Un argomento che mi tocca particolarmente. Voglio dedicare la presentazione di questa mozione alla mia professoressa Cristina, che è stata per me un angelo in quegli anni terribili. E a tutti i ragazzi, come me bullizzati e discriminati che ogni giorno si svegliano con un peso nel cuore, perché sanno che varcando la porta di quella scuola si troveranno di fronte a insulti, risatine, atti di violenza».
L’intervento è proseguito: «Immaginate solo per un instante di sentirvi esclusi, giudicati per quello che siete. Questo è il bullismo, queste sono le discriminazioni, che lasciano, in chi le subisce, delle ferite e delle cicatrici per tutta la vita. Lo dico per esperienza personale, anche se so che in politica è difficile e talvolta sbagliato mostrare il fianco parlando delle proprie debolezze. Quando ero un ragazzino, alle scuole medie, sono stato travolto da insulti di ogni genere: ero un po’ in sovrappeso e mi chiamavano nei peggiori modi. Ho ricevuto i peggiori insulti per via del mio presunto orientamento sessuale. Vi risparmio i dettagli sulla violenza fisica».
E ancora: «Quando qualcuno dice che sono ragazzate, non credetegli mai. Io, ancora oggi al mare, nonostante abbia imparato ad accettarmi, mi tolgo di rado la maglietta, per un impulso automatico di dovermi vergognare del mio corpo. Fino ai 23 anni non sono riuscito ad accettare il mio orientamento sessuale, come se amare un altro ragazzo fosse qualcosa di sbagliato. Non era di certo colpa di genitori e amici, che al mio coming out sono stati meravigliosi. Mi ha aiutato il mio carattere, forte e determinato, quando da ragazzino ho deciso che fosse arrivato il momento di dire basta a tutta quella violenza. Mi sono imposto di non passare oltre, di non fare finta di niente, ma di parlarne, di denunciare chi mi aveva fatto soffrire.
La politica poi è stata la mia salvezza: ideali a cui aggrapparsi. Ho avuto la mia rivincita quando sono stato eletto rappresentate di classe, anche grazie al consenso di chi mi aveva fatto soffrire. Mi rendo conto che non tutti ci riescono, non tutti hanno il coraggio o la forza di dire basta, ed è per questo che questa mozione è così importante: è un gesto di amore, cura e responsabilità verso quei ragazzi e quelle ragazze che, come me, hanno sofferto. Chiediamo che le scuole diventino un luogo sicuro, dove ciascuno possa sentirsi accolto e valorizzato, dove le differenze non siano temute. Non possiamo cambiare il passato, ma possiamo fare in modo che nessuno in futuro non debba mai sentirsi solo, non debba mai sentirsi sbagliato».
Per Drago: «La mozione mi pare poco funzionale (si sarebbe dovuto iniziare a lavorare nella Commissione Politiche educative come avevamo chiesto), poco rispettosa (del lavoro fatto nelle scuole) e pretestuosa».
L’assessora alle Politiche educative Camilla Murgia: «Con il consigliere Bartolomei ci siamo confrontati più volte sul suo vissuto e anche su questa mozione, che è un progetto e non una mozione di indirizzo. Come già detto questo Comune è già molto attivo sull’argomento. Ciò che abbiamo voluto fare, e che ho proposto al consigliere e agli altri membri, è cercare di convocare la Commissione per capire le azioni già in essere, per vedere cosa manca e per attivarci in maniera congiunta per comprendere dove intervenire. Ma non è stato possibile». «Il Comune di Pesaro lavora in modo organico e in maniera concertata con le associazioni, non c’è lavoro di contrasto al bullismo che esuli da quello alle discriminazioni e alle violenze. Questo documento, nel suo impianto, è superato».