Pesaro

Diritti dell’infanzia, Pesaro grida: «Riconoscere figli anche a coppie non eterosessuali»

In città il meeting con 300 realtà della Rete Re.a.dy. Mengucci e Murgia: «Il legislatore intervenga"

PESARO – Da Pesaro si alza la voce delle associazioni che chiedono il riconoscimento dei figli a coppie non eterosessuali.

Pesaro, componente della Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), ha celebrato la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che ricorre oggi 20 novembre insieme alla Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia.

Un momento importante, ricordano le assessore Sara Mengucci e Camilla Murgia, durante il quale «ricordiamo che l’articolo 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dall’Italia nel 1991, prevede che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Dobbiamo rendere effettivo questo impegno per cui chiediamo al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nate da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie».

«Dobbiamo tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nati e cresciuti da coppie di persone eterosessuali. Lo facciamo a gran voce da Pesaro – sottolineano le assessore – città che quest’anno si onora del titolo di Capitale italiana della cultura, che è anche quella dell’inclusione, e che nel mese scorso ha accolto le altre 300 realtà italiane il meeting annuale delle Rete Re.a.dy per continuare a lavorare per l’inclusione» aggiungono Mengucci e Murgia perché, «la vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l’assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell’Unione europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori».

Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante la manifestazione “Le Città per i Diritti” a Torino, «non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale, che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità; su sindaci e sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di Stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e figlie delle coppie omogenitoriali, sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana» concludono Mengucci e Murgia.

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