Pesaro

Pesaro, nuovo cda per Fondazione Pescheria. Marchionni: «Un doppione poco trasparente»

Vimini si è dimesso, nuovo presidente Olmeda. L'opposizione: «Da Biancani mi aspettato una gestione diversa, rivedere lo statuto»

La Fondazione Pescheria di Pesaro

PESARO – Si rinnova il consiglio di amministrazione della Fondazione Pescheria. Ed è polemica.

Il presidente Daniele Vimini ha rassegnato le dimissioni. Componenti del nuovo Cda sono il presidente Claudio Olmeda (con esperienza professionale di funzionario di banca; ha svolto nei mesi della Capitale il ruolo di “volontario di segretaria”) e le consigliere Francesca Fraternali e Cinzia Ceccaroli, «a cui ho confermato l’incarico – spiega Biancani – per garantire la continuità al lavoro fatto». Il rinnovato cda, dovrà nominare il direttore generale che si avvicenderà a Silvano Straccini (che ha manifestato la volontà di non proseguire nel ruolo oltre il mandato di Pesaro 2024, che sta concludendo con le rendicontazioni).

Il sindaco Andrea Biancani sottolinea: «L’obiettivo è renderla sempre più “braccio operativo” del Comune per gli eventi e le iniziative legate all’accoglienza e alla promozione. Un’attività che troverà il supporto rilevante dei dipendenti comunali nella gestione della parte amministrativa» conclude il sindaco Biancani.

«Si apre una nuova fase, in cui la Fondazione avrà l’importante ruolo di sostenere l’Amministrazione comunale nella gestione delle attività culturali e turistiche della città. In bocca al lupo al nuovo cda e un ringraziamento a quello uscente per lo straordinario lavoro svolto durante l’anno da Capitale italiana della cultura».

Giulia Marchionni, consigliera Pesaro Svolta, è critica: «La prova dei fatti ci ha dato ragione. La Fondazione Pescheria si è distinta per la gestione di ingenti risorse economiche, ma anche per una preoccupante opacità nelle decisioni. Anche per i consiglieri comunali, l’accesso agli atti è stato spesso ostacolato: verbali non pubblicati, difficoltà nel reperire informazioni sui costi e sulle modalità di gestione delle risorse pubbliche. È inaccettabile che un’istituzione finanziata con soldi pubblici operi senza la dovuta trasparenza e senza garantire il diritto all’accesso delle informazioni. Ancora oggi non abbiamo ricevuto i documenti richiesti e non sappiamo come siano state realmente spese le enormi risorse di Pesaro 2024: quelle pubbliche e quelle ricevute dagli sponsor privati».

«Che scopo ha mantenere viva la Fondazione Pescheria, così come organizzata attualmente?

Rischia di essere soltanto un doppione dell’assessorato alla cultura. E anche l’idea che sia un contenitore utile a recuperare risorse da sponsor privati… abbiamo visto essere superata nei fatti: “affidopoli” ci ha insegnato che le sponsorizzazioni per eventi culturali possono essere validamente ottenute da una qualunque associazione. Meglio se non iscritta al RUNTS. Per questo, condividerò con i miei colleghi di centro destra una proposta da presentare in aula per rivedere lo statuto della Fondazione Pescheria: occorre garantire la trasparenza e aumentare il controllo democratico nell’interesse della città e non solo di una parte politica. Siamo già passati dall’epoca dell’uomo solo al comando, Biancani sia diverso».