Pesaro

Pesaro, sindaci in piazza contro i tagli agli enti locali: «Adeguiamo le tasse per mantenere i servizi»

Pesaro, Montelabbate, Vallefoglia, Gabicce hanno consegnato un documento al Prefetto. «Comunicazione anche all'Anci»

PESARO – Tagli agli enti locali, i sindaci sono scesi in piazza a Pesaro e hanno consegnato un documento al prefetto.

«Questa mattina, come sindaci, abbiamo voluto dare un segnale forte che evidenzia le difficoltà che abbiamo nel chiudere i bilanci dei comuni e nel garantire i servizi che fino ad oggi ci hanno contraddistinto come modelli virtuosi a livello nazionale». È quanto detto dal sindaco di Pesaro Andrea Biancani durante la manifestazione in piazza del Popolo, contro i tagli del Governo agli enti locali che, nel 2025, vedrà togliere al solo Comune di Pesaro 3,3 milioni di euro.

Numeri che aumenteranno di altri 100mila euro nel 2026 e 2027 arrivando a quota 3,4 milioni. Previsto poi un ulteriore aggravio di costi per il 2028, quando le forbici dello Stato agiranno per ulteriori 500mila euro, portando il complessivo a 3,9 milioni. Tanto che il Comune, dopo 17 anni, ha aumentato l’Irpef dello 0.8% pari a 3 euro al mese a contribuente.

In piazza anche il sindaco di Montelabbate Roberto Rossi, il sindaco di Vallefoglia Palimiro Ucchieli, l’assessora alla cura del cittadino del Comune di Gabicce Rossana Biangioni. Anche per loro «tagli pesanti che impattano sui bilanci, i servizi e le progettualità. I cittadini si rivolgono sempre ai comuni per ogni problematica, non possiamo essere lasciati soli».

«Questi gravi tagli e aumenti di spesa fanno riferimento a circa 1 milione di euro di risorse in meno trasferite dallo Stato; 800mila euro di aumenti dei costi dei servizi, 720mila euro e 800mila per l’aumento dei costi previsti dal rinnovo del contratto del pubblico e delle cooperative. Un rinnovo condivisibile e giusto, ma che il Governo ha completamente scaricato sulle finanze degli enti locali: loro hanno sottoscritto l’accordo e noi paghiamo», precisa Biancani che poi sottolinea «gli aumenti saranno “strutturali” in un quadro che si aggraverà ogni anno fino a toccare quasi 4milioni nel 2028».     

I tagli hanno obbligato l’amministrazione comunale ad una scelta «necessaria – precisa Biancani – che vede nell’adeguamento Irpef l’unica soluzione per recuperare una piccola parte – dall’1 a 1,5milioni di euro – delle risorse che comunque non basteranno ma che faranno da cuscinetto e daranno continuità ai nostri servizi fiore all’occhiello, come quelli per il sociale, gli educativi e del mondo culturale. Nel 2024 siamo stati Capitale italiana, non possiamo permetterci di disperdere questo patrimonio annullando le risorse sul settore».

Per i redditi sotto i 9mila euro rimarrà l’esenzione totale, per tutti gli altri sarà previsto un aumento dai 2,31€ ai 4,5€ al mese (in base al reddito). L’Irpef del Comune di Pesaro, quindi, si è aggiornata a tutti gli altri comuni. Infatti, era rimasto l’unico capoluogo di Provincia ad avere l’aliquota a scaglioni, con percentuali progressive invariate dal 2012 (e ferme per i redditi sotto i 23mila euro dal 2007).         

L’invito alla manifestazione – promossa dallo stesso sindaco Biancani – è stato inviato a tutti i sindaci della provincia di Pesaro e Urbino «perché ritengo che la situazione coinvolga le amministrazioni di destra e sinistra, senza colori politici».

La delegazione di sindaci è stata poi accolta dal prefetto di Pesaro e Urbino Emanuela Saveria Greco, al quale è stato consegnato un documento che «richiede l’intervento del Governo per cancellare i tagli previsti alle risorse destinate ai Comuni, e un’attenzione particolare sulla grave situazione economico finanziaria che va delineandosi». La lettera verrà a sua volta notificata dal prefetto al Ministero di competenza, trasmettendo i tagli al Comune di Pesaro come “modello” di quanto accade ai vari enti locali del territorio.           

Infine, «invierò una comunicazione anche ad Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e Anci Marche per richiedere che venga presa in mano la situazione in modo ancor più netto, con l’obiettivo di salvare la spesa corrente dei Comuni italiani».