PESARO – Aumento dei compensi nel cda di Marche Multiservizi, sul caso interviene il consigliere comunale lega Dario Andreolli.
I vertici dell’azienda partecipata sarebbero pronti a fare un passo indietro ma il gettone dell’amministratore delegato passerebbe da 60 mila a 100 mila euro l’anno e quello del presidente da 39 a 60.
«Il teatrino di queste ore sugli aumenti ai compensi per la Governance di Marche Multiservizi è sconcertante – sottolinea Andreolli – Una scelta sbagliata, inopportuna nei modi e nei tempi che ora tutti disconoscono. Preoccupanti le parole del sindaco Ricci che rinnega questa scelta nonostante il voto favorevole del Comune di Pesaro. Se era totalmente all’oscuro di questo aumento allora sfiduci il Presidente della Provincia Paolini che lo ha proposto, altrimenti la sua è una retromarcia di puro tatticismo. Aumentare i compensi per la Governance nello stesso anno degli aumenti record delle bollette di luce e gas gestiti da Hera (Marche Multiservizi è una sua controllata) e degli aumenti Tari causati dalle nuove tariffe imposte da Arera, è totalmente fuori luogo e stride con la realtà che vivono tutti i cittadini del territorio».
Il capogruppo continua: «È inaccettabile assistere a posteriori a questo rimpallo di responsabilità tra coloro che, al contrario, dovrebbero concertare le scelte e non assumere decisioni-blitz fatte senza preavviso. Se questo è lo stesso atteggiamento con cui vengono prese le scelte strategiche per la gestione dei servizi c’è di che essere preoccupati. Uno spettacolo e una retromarcia che francamente lasciano senza parole, visto che ora tutti disconoscono questa scelta politica invece piuttosto chiara. Lascia sconcertato che il Sindaco Ricci manifesti la sua indignazione nonostante il voto favorevole del suo assessore delegato, dichiarandosi all’oscuro di tutto. Il sindaco di Pesaro, stando a quanto dichiara, dovrebbe sfiduciare il Presidente della Provincia Paolini, padre della proposta, per aver portato all’assemblea dei Soci una decisione senza averla concertata con il Comune di Pesaro che detiene il 25% delle quote e che esprime due consiglieri del CDA, di cui uno con il ruolo di Presidente».
«In una città come Pesaro – conclude Andreolli – dove da anni non ci sono adeguati investimenti per migliorare il servizio di raccolta di rifiuti e dove da anni si promettono sperimentazioni sulla raccolta puntuale, questa decisione e questi aumenti appaiono ancor più fuoriluogo e frutto di logiche che nulla hanno a che fare con l’adeguamento degli stipendi al costo della vita».