PESARO – «Una tentata rapina ad una donna a Pesaro in pieno giorno, un’aggressione ad una ragazza a Fano nei pressi della Rocca Malatestiana: due episodi che, solo grazie alla prontezza delle due persone aggredite, non si sono trasformati in tragedia, e che non possono non farci riflettere sullo stato della sicurezza nella nostra provincia».
Sulla sicurezza il vice presidente Anci e responsabile nazionale auotnomie locali di Fratelli d’Italia, Francesco Baldelli, analizza la situazione dopo gli ultimi fatti di cronaca e chiede provvedimenti: Gli autori dei reati sono di nazionalità straniera, ma non si cada nella troppo facile tentazione di chi, incapace di affrontare seriamente il tema sicurezza, inizierà a tacciare di “razzismo” chi mostra preoccupazione e invita a prendere concreti provvedimenti. È ormai più che evidente che l’attuale politica favorisca in modo irresponsabile una immigrazione senza regole né controllo e dunque crei solo nuovi poveri e nuove potenziali braccia per la criminalità».
«I due episodi confermano infatti una situazione – precisa Baldelli – fortemente preoccupante per Pesaro, Fano e tutto il nostro territorio che, secondo la classifica de IlSole24Ore sulla vivibilità, la nostra provincia, nel 2019, è risultata la peggiore delle Marche, piazzandosi al 53mo posto della classifica generale, contro il 26mo posto di Ascoli, il 31mo di Ancona e il 32mo di Macerata. E pensare che Pesaro nel 1991, all’inizio della rilevazione statistica, era tra le top ten delle province italiane, con un eccellente 7mo posto, nonché prima tra quelle marchigiane. I segnali preoccupanti, oltre che dal lato economico, sono evidenti anche dal lato sicurezza nelle classifiche parziali di singoli reati».
«Infatti, secondo l’indagine annuale promossa dal quotidiano economico, in provincia di Pesaro, nell’anno appena trascorso sono state 265 le denunce di furti in casa ogni 100mila abitanti, circa a metà classifica con il 45mo posto in Italia, e 10 per violenza sessuale, sempre per ogni 100mila abitanti, addirittura all’88ma posizione su 107, tra le peggiori province in Italia. Le forze dell’ordine – continua il vicepresidente Anci – svolgono il loro dovere, spesso al di sopra delle proprie possibilità e dei carichi pesantissimi di lavoro».
«Di fronte ad una situazione in progressivo peggioramento ci vorrebbe ben altro: soprattutto una maggiore sorveglianza anticrimine, un necessario potenziamento di uomini e mezzi, anche tecnologici, che rappresentino un’arma di supporto alla prevenzione dei reati e un aiuto concreto alla battaglia contro violenze, reati predatori, spaccio e organizzazioni criminali che, secondo quanto conferma la Direzione Investigativa Antimafia, tentano di estendere le proprie radici nelle Marche».