Pesaro

La Beata Michelina, Confindustria riporta a Pesaro un dipinto dell’ambito di Barocci trovato in un castello in Toscana

Il ritrovamento di un’inedita pala d’altare, eseguita nell’ambito della bottega di Federico Barocci e attualmente in corso di studio, getta nuova luce sulla storia della venerazione per la santa e sul suo rapporto con la città di Pesaro

PESARO – Torna a Pesaro, per la prima volta dopo oltre due secoli, la venerata effigie della Beata Michelina da Pesaro (1300-1356), terziaria francescana, fondatrice della Confraternita della Santissima Annunziata e protettrice della città di Pesaro. Il ritrovamento di un’inedita pala d’altare, eseguita nell’ambito della bottega di Federico Barocci e attualmente in corso di studio, getta nuova luce sulla storia della venerazione per la santa e sul suo rapporto con la città di Pesaro. In occasione di Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura, grazie all’ospitalità offerta da Confindustria Pesaro Urbino e con il sostegno del Comitato Cultura di Confindustria Pesaro Urbino, l’opera sarà oggetto di studi e approfondimenti nella città per cui fu realizzata.

La grande pala d’altare raffigurante la Beata Michelina da Pesaro, in estasi sul Calvario, viene eseguita attorno al 1600 dal grande pittore urbinate Federico Barocci per l’altare a lei dedicato nella chiesa dei Francescani di Pesaro (attuale Chiesa del Nome di Dio). Il dipinto, celebre in tutta Europa, viene requisito nel 1797 dalle truppe francesi e portato a Parigi, dove è esposto nella Grande Galerie del Louvre. Riportato a Roma nel 1816 da Antonio Canova, dal 1820 è custodito presso i musei vaticani (https://catalogo.museivaticani.va/index.php/Detail/objects/MV.40378.0.0). L’opera è recentemente rientrata nelle Marche in occasione della grande mostra Federico Barocci Urbino. L’emozione della pittura moderna, tenutasi nell’estate del 2024 presso la Galleria Nazionale delle Marche.

La Beata Michelina

Fino ad oggi, l’unica versione nota della tela era quella vaticana, purtroppo diminuita da problemi conservativi che impediscono l’apprezzamento di parte dei suoi contenuti. Nel 2022, tuttavia, viene rintracciata presso una grande dimora toscana una replica caratterizzata dalle stesse dimensioni e, apparentemente, la medesima fattura della tela originale, di buona qualità ma pesantemente ritoccata e ridipinta. Nel corso dell’inverno 2023-24, grazie alla disponibilità dei proprietari e con il coordinamento scientifico di Luca Baroni, studioso di Barocci e direttore della Rete Museale Marche Nord, il dipinto viene portato a Urbino, dove è oggetto di un’attenta campagna diagnostica e di restauro operata dalla ditta Isidoro e Matteo Bacchiocca & C., già attiva da anni sulle opere di Barocci come il Riposo in Egitto di Piobbico e il Martirio di San Sebastiano del Duomo di Urbino (entrambi restaurati grazie al contributo straordinario del Comitato Cultura di Confindustria Pesaro Urbino).

Le operazioni di restauro rivelano, a poco a poco, un dipinto di grande qualità, in parte rimasto allo stato di abbozzo e probabilmente completato da due differenti interventi. L’identità di misure, soggetto e, persino, taglio e cucitura della tela rispetto alla versione autografa del Vaticano portano a collocare l’esecuzione dell’opera nell’ambito della bottega di Barocci. Sebbene sia presto per spendere un’attribuzione definitiva, la bellezza di certi passaggi – in particolare il paesaggio sullo sfondo e il cielo infuocato dalla luce dell’apparizione divina – ribadiscono l’eccezionale importanza del dipinto, utile sia per la comprensione delle dinamiche operative all’interno della bottega di Barocci, che per leggerne la vicenda.

Nel frattempo, ricerche documentarie ancora in corso iniziano a rivelare nuovi dettagli sulla genesi e sull’importanza del dipinto. Gli indizi finora raccolti suggeriscono che l’opera sia stata commissionata a inizio Seicento dalla famiglia Barignani di Pesaro, già committente della tela oggi in Vaticano. Successivamente, essa sarebbe appartenuta al cardinale pesarese Fabio Olivieri, che, portatala a Roma, se ne servì per promuovere il processo di beatificazione di Michelina, concluso nel 1737.  

Dal 13 novembre, il dipinto, perfettamente restaurato e corredato da una cornice donata dalla ditta Next s.r.l. di Fossombrone, sarà ospitato presso la Sala Convegni di Palazzo Ciacchi, sede di Confindustria Pesaro Urbino, dove sarà visibile alla cittadinanza e agli studiosi. In occasione di Pesaro 2024 – Capitale Italiana della Cultura, Confindustria Pesaro Urbino offre alla città l’occasione di riscoprire l’effigie di una delle sue figure più venerate, assieme a una storia di mecenatismo e committenza che coinvolge figure di primo piano della storia della città come il pittore Federico Barocci, il committente Alessandro Barignani e il cardinale Fabio Olivieri.

Alessandra Baronciani, Presidente Confindustria Pesaro Urbino rileva: «La nostra città accoglie, con grande entusiasmo, la Beata Michelina protettrice di Pesaro. Questo evento è per noi di grande importanza: il progetto, accolto dal nostro Comitato Cultura, è un esempio concreto di sinergia tra pubblico e privato. Nell’ambito di Pesaro 2024 – Capitale Italiana della Cultura, la sua presenza arricchisce ulteriormente il patrimonio della città, unendo tradizione e futuro».

Il Cav. Lav. Gastone Bertozzini, past president Confindustria Pesaro Urbino / Presidente Comitato Cultura Confindustria Pesaro Urbino ha sottolineato in conferenza stampa: «L’esposizione oggi della Beata Michelina rappresenta un risultato di alto valore scientifico e culturale, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca e restauro. La scoperta di questa opera ci offre nuove chiavi di lettura sulle dinamiche artistiche della bottega di Barocci e sull’evoluzione della devozione per Michelina. Sono orgoglioso che il Comitato Cultura di Confindustria Pesaro Urbino abbia colto questa opportunità per promuovere il dialogo tra storia e contemporaneità; desidero infine ringraziare sentitamente la proprietaria dell’opera per la generosa disponibilità ad accoglierne l’esposizione a Pesaro, contribuendo in modo significativo alla valorizzazione del nostro patrimonio».

Luca Baroni, Direttore Rete Museale Marche Nord e studioso di Barocci ha specificato: «Il ritorno a Pesaro della venerata effigie della Beata Michelina costituisce un’occasione eccezionale per riportare nelle Marche, nella Provincia di Pesaro Urbino, e a Pesaro il cuore degli studi e delle ricerche su Federico Barocci. Dopo il grande evento espositivo su Barocci tenutosi nell’estate del 2024 alla Galleria Nazionale delle Marche, il ritrovamento di quest’opera affascinante permetterà di condurre nuovi approfondimenti e ricerche sulla storia della città di Pesaro, sui suoi artisti e committenti. E’ stata una profonda sorpresa trovarla in Toscana, ora dobbiamo continuare a indagare sull’opera».

Alla conferenza anche Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche e la storica Anna Maria Ambrosini Massari, curatori della mostra urbinate che ha fatto riscoprire il ruolo del pittore nel panorama artistico globale.

Info e orari

I Musei Civici a Palazzo Ciacchi sono visitabili il secondo e quarto giovedì del mese, h 15-18, e in occasione della Stradomenica (terza domenica del mese), h. 15.30 – 18.30

Contatti: 0721-3831 – info@museopalazzociacchi.it​ – www.museopalazzociacchi.it