PESARO – Attacchi ai benzinai, Confesercenti difende la categoria.
«Sbaglia chi se la prende con i benzinai, sono proprio loro, insieme con i consumatori, gli ultimi da incolpare e le prime vittime di speculazioni che vanno ricercate a monte, non certamente in una stazione di servizio». Così Alessandro Ligurgo direttore provinciale Confesercenti, interviene sulla questione del caro carburante a difesa degli operatori.
«Ai benzinai –prosegue – va tutta la nostra solidarietà. Stanno applicando obtorto collo ciò che gli viene imposto dalle compagnie petrolifere, guadagnando una percentuale irrisoria, inferiore al 10% lordo su ogni litro di benzina erogato. A farla da padrone sono invece le accise dello Stato – oltre il 50% del prezzo del carburante – mentre un buon 27% va alle compagnie petrolifere. Questi numeri non sono neutri e dimostrano che l’operatore è l’ultima ruota del carro e che la campagna diffamatoria e irrispettosa nei confronti di chi fa soltanto il proprio lavoro per portare a casa uno stipendio appena dignitoso è inaccettabile.
È evidente che al benzinaio restano soltanto le briciole di un tesoro che è altrove, regolato da speculazioni e da scelte politiche sulle quali non ha né potere, né responsabilità. Insomma, prendersela col benzinaio è assurdo come prendersela con l’infermiere che ti mette il gesso alla gamba rotta».
Da Confesercenti arriva anche la solidarietà ai consumatori: «Insieme con i benzinai, sono loro che, alla lettera, pagano il prezzo più caro: mettere in un giorno venti euro di benzina per andare a lavorare e guadagnarne quaranta è insostenibile e la rabbia è più che giustificata. Lo sciopero intentato dai distributori per il 25 e il 26 gennaio va proprio nella direzione di porre un freno a questa escalation di aumenti – conclude Ligurgo – e, per questo motivo, dovrebbe unire operatori e consumatori. Si tratta, infatti, di perseguire un obbiettivo comune e di una battaglia che, invece di metterci gli uni contro gli altri, dovrebbe vederci alleati».