PESARO – Piano triennale della Cultura, l’obiettivo è inserire il recupero del San Bendetto tra i punti chiave. Si tratta di un documento che orienterà le scelte della Regione in questo settore per i prossimi anni e il Vicepresidente Biancani vuole accendere un faro sull’ex ospedale psichiatrico.
«Quando il Piano è arrivato alla Prima Commissione, di cui faccio parte, ho proposto diversi emendamenti per migliorarlo. Tra questi c’era anche quello per inserire l’ex manicomio nell’elenco dei grandi contenitori da recuperare in chiave culturale. Purtroppo in Commissione, siccome non tutti conoscono l’importanza del complesso, c’era il rischio che fosse bocciato, per questo ho deciso di ritirarlo per ripresentarlo direttamente in Consiglio, dove la discussione potrà essere ulteriormente approfondita e coinvolgerà tutti i consiglieri. In questo modo l’emendamento potrà essere approvato insieme alla versione definitiva del Piano» spiega Biancani.
L’inserimento nella parte del Piano dedicata ai “progetti di recupero e rigenerazione urbana a base culturale” sarebbe molto importante perché i luoghi lì menzionati saranno quelli prioritari nella ricerca di risorse nazionali ed europee, per finanziare tali recuperi. Secondo Biancani «La presenza del San Benedetto nell’elenco sarebbe la conferma definitiva delle reali intenzioni dalla Giunta Regionale di voler valorizzare un suo bene così importante».
Su questo la Regione si è già impegnata con l’assessore Baldelli per un recupero a stralci. Il Comune infatti aveva di uno spacchettamento del bene, con appartamenti, casa della cultura e uffici. Il consigliere Fi Michele Redaelli ha invece provato ad aprire all’idea di spazi fruibili.
L’edifico è di proprietà di ASUR, quindi della Regione, e per lo stato di abbandono in cui versa, diventa sempre più importante intervenire, per evitare da un lato, che con il passare del tempo gli interventi diventino sempre più cari e, dall’altro lato, di non riuscire più a impedire i crolli di una struttura così importante per la storia della città.
«Pensare che un’area in cui ci sono elementi la cui storia risale al ‘500, al ‘600 e all’800, in pieno centro e inserita tra la San Giovanni, gli Ortii Giuli e Porta Rimini, ancora non sia stata riqualificata, fa male, ma le risorse necessarie sono talmente tante che non è mai stato possibile. Nei prossimi anni, mai come prima, dallo Stato e dell’Europa arriveranno bandi e contributi, occasioni importanti ma che per essere sfruttate richiedono che già da ora ci si prepari», ha commentato Biancani.
L’emendamento è importante nonostante l’accordo già firmato da Comune e Regione per il bando nazionale sulla qualità dell’abitare: «Tale percorso ha due criticità in quanto da una parte sarà molto difficile vincere e qualora ci si riuscisse, le risorse permetterebbero il recupero solo di una parte dell’area. Per questo ritengo che sia importante iniziare a valutare anche altri percorsi paralleli per il recupero del complesso o di sue parti, i chiostri, la chiesa, l’ex lavanderia, putando in particolare sulla base culturale che, per la storia, l’architettura e la collocazione del complesso è la sua vocazione più naturale. La mia proposta in Consiglio ci permetterebbe proprio questo: chiarire che, ogni volta che si presenterà la possibilità di trovare risorse per recuperare degli spazi in chiave culturale, la Regione dovrà tenere in considerazione il San Benedetto tra le priorità».