PESARO – Ospedale nuovo, la Regione non chiarisce i dubbi in aula. Il sito di realizzazione è oggetto di polemiche: da una parte l’idea di Case Bruciate, dall’altra il sindaco di Pesaro che mette veti e vuole sentire parlare solo di Muraglia.
Il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani commenta l’intervento dell’assessore alla sanità Saltamartini in risposta alla sua interrogazione sul nuovo ospedale di Pesaro.
«Dopo tre mesi di attesa e un rinvio in Aula, è arrivata una risposta senza risposte». Nel quesito, sottoscritto anche da Micaela Vitri e dal gruppo PD, presentato il 24 giugno, veniva chiesta una posizione ufficiale sui nodi più importanti del progetto. «Dalla Regione nessuna novità – insiste Biancani – Si continua a non decidere, dando risposte sempre meno esaustive. Purtroppo, a un anno dall’insediamento della nuova Giunta, non abbiamo garanzie su alcun punto essenziale, mentre, se non ci fosse stata la volontà di demolire il lavoro fatto dalla precedente amministrazione regionale, saremmo prossimi almeno all’affidamento dei lavori».
«Nella risposta – prosegue – nessuna informazione sul numero dei posti letto che avrà a disposizione la nuova struttura, l’assessore si è limitato a riportare la situazione attuale. Stessa vaghezza sulle risorse, perché occorre prima ridefinire l’accordo sul nuovo progetto per stabilire se saranno confermati i fondi statali e non sono stati ancora individuati quelli regionali necessari per completare l’opera. Silenzio anche sul futuro dell’Azienda Marche Nord e sul mantenimento delle specializzazioni, con il rischio concreto che il percorso di razionalizzazione e di attivazione di servizi di eccellenza, avviato negli ultimi anni, venga interrotto per ridare vita alla duplicazione dei servizi in quelli che dovrebbero essere i tre ospedali di primo livello di Pesaro, Fano e Urbino».
Uno scenario che il Vicepresidente giudica «un pericoloso passo indietro che inciamperà prima di tutto nel reperimento del personale. Alla base della programmazione, infatti, dovrebbe esserci la disponibilità degli operatori e oggi non si trovano neppure i medici di base, ne mancano oltre 100 nelle Marche. Come pensiamo di garantire sufficiente personale medico e infermieristico in tre poli ospedalieri nello stesso territorio? Quale dei tre sarà inevitabilmente penalizzato? Il vero pericolo, se viene abbandonato il processo di razionalizzazione, è l’indebolimento delle strutture ospedaliere dell’entroterra che non riusciranno a trovare il personale necessario per garantire i servizi».
«Irrisolto anche il nodo sul sito dove verrà realizzata la nuova struttura. Al di là delle continue anticipazioni sui giornali – conclude Biancani – l’iter è fermo, perché ad oggi, oltre alla comunicazione alla società, non è stata avviata alcuna revoca formale. E soprattutto dalla Giunta ancora nessuna notizia ufficiale sul luogo dove si vorrebbe realizzare il nuovo ospedale, nonostante riconosca all’assessore Saltamartini la correttezza nell’aver ricordato in Aula la leale cooperazione tra enti, indispensabile per questo tipo di scelte. Se anche le leggi sulla semplificazione consentissero una riduzione dei tempi, è bene ricordare che l’ente che può esercitare la pianificazione territoriale resta il Comune, per cui se la Regione ha la reale volontà di realizzare un nuovo ospedale, non può pensare di farlo in contrapposizione con l’amministrazione comunale».