Pesaro

Biancani: «Pochi tre punti vaccinazione a Pesaro, coinvolgere anche le farmacie»

Il consigliere regionale ha presentato una nuova interrogazione al fine di stipulare un accordo per essere più veloci e capillari nella somministrazione

Il consigliere Biancani

PESARO – Aprire altri punti vaccinazione per evitare disagi. Le Farmacie potrebbero essere protagoniste. È quanto chiedono i consiglieri regionali Andrea Biancani e Micaela Vitri: «A febbraio, avevamo chiesto alla Regione di valutare l’apertura di più punti vaccinazione rispetto ai 3 previsti, perché questo assetto crea difficoltà a chi non vive sulla costa. Pensando a questi cittadini, e in considerazione del fatto che, con l’apertura della vaccinazione alla fascia 70-79, le persone da vaccinare aumenteranno notevolmente, qualche giorno fa abbiamo presentato un’ulteriore interrogazione, chiedendo, nuovamente, di aprire altri centri di vaccinazione per coprire meglio il territorio provinciale».

I consiglieri si dicono convinti che la proposta «è in linea con il nuovo Piano Vaccinale Anticovid emanato dal Commissario Straordinario del Governo per l’emergenza, che individua 3 linee operative per la condotta di una campagna vaccinale rapida ed efficace: approvvigionamento e distribuzione; monitoraggio dei fabbisogni; capillarizzazione della somministrazione. Rendere capillare la somministrazione, secondo il commissario vuol dire aumentare le figure che possono somministrare il vaccino e aumentare i luoghi dove farlo.

Per aumentare il numero di luoghi e figure in grado di vaccinare, da mesi, propongo di stipulare un accordo con le Farmacie, visto che queste sono già distribuite su tutti il territorio. Inoltre, di recente, ho chiesto che sia permesso agli infermieri e agli assistenti sanitari, che lavorano nel pubblico, di poter esercitare anche in privato, fuori dall’orario di lavoro, così che possano contribuire con la loro professionalità ad aumentare il numero di vaccinatori.

Per quanto riguarda l’apertura di nuovi centri, sono consapevole che c’è un tema di personale; non si può pensare di avere un centro in ogni comune, ma nemmeno pensare che si possa concentrare un’intera provincia in soli 3 punti. Occorre individuare altri comuni, dove ci siano strutture pubbliche o private, idonee ad ospitare centri accoglienti ed efficienti in modo da ridurre le distanze da percorrere per accedere al vaccino soprattutto nell’entroterra», conclude Biancani.