PESARO – Aumenta a 200mila euro (+ 50mila euro sul 2023), il Fondo anticrisi 2024; mantiene invariata l’imposizione tariffaria; conferma l’impegno del Comune sia a sostegno delle famiglie in carico ai servizi di Politiche sociali nel pagamento delle spese di affitto sia a proseguire il piano di investimenti di oltre 70milioni «fondamentale motore di sviluppo e ripartenza». E si pone l’obiettivo di lavorare, in maniera congiunta, per rafforzare il sistema degli Ambiti territoriali sociali, e giungere a una reale integrazione delle politiche sanitarie e del lavoro territoriali.
È quanto previsto dal Protocollo d’intesa legato al Bilancio di previsione 2024, documento scritto a 4 mani dall’Amministrazione comunale e dalle organizzazioni sindacali, «dal valore importante perché è un atto non scontato e completo, sia nelle parti di indirizzo, sia in quelle puntuali». Così Andrea Nobili, assessore al Rigore e Luca Pandolfi, assessore alla Solidarietà commentano la firma apposta stamattina nel documento che destina somme e progettualità alle tematiche sociali legandole al bilancio previsionale 2024.
«La nostra – continua l’assessore – è una Amministrazione che ha come temi centrali, i servizi educativi, quelli sociali e quelli sanitari (per quanto di nostra competenza); insieme alla cultura, che nel 2024, anno della Capitale, sarà traino per il settore turistico». Nobili ricorda che, «Dodici mesi fa, avevamo stanziato 150mila euro per il Fondo anticrisi, destinato all’emergenza abitativa; quest’anno partiamo da una base di risorse più alta di 50mila euro che pensiamo di dedicare, come fatto nel 2022, per il supporto al pagamento della Tari. Lo decideremo, valutando le variabili contingenti insieme alle organizzazioni sindacali, entro giugno».
Il Protocollo conferma anche l’impegno delle due parti firmatarie a incontrare Marche Multiservizi per concordare con la partecipata «Uno stanziamento per il 2024, per il sostegno delle utenze del servizio idrico, luce e gas in condizione di disagio socio-economico».
C’è poi la questione – centrale – socio-sanitaria, in cui il Comune è legato a filo doppio tramite l’Ambito territoriale sociale, le progettualità e i servizi erogati da quest’ultimo, «e per i quali è necessaria un’integrazione delle politiche sanitarie dei vari enti competenti» evidenzia Pandolfi. Come si legge nel punto 5 del Protocollo che impegna Amministrazione e organizzazioni sindacali «ad agire nei confronti della Regione Marche affinché il percorso di razionalizzazione e di coincidenza territoriale tra ambiti sociali, distretti sanitari e centri per l’impiego si realizzi in tutto il territorio regionale e in particolare a partire dal territorio provinciale». L’obiettivo è giungere al «Modello già attivato come Ats tramite il percorso denominato Amministrazione condivisa – già utilizzato con il progetto per l’autismo – che coinvolge anche i sindacati, il Terzo settore e la Sanità territoriale nel co-progettare e co-programmare, insieme, il Sociale; e frutto di un approccio che deve tanto alla lungimiranza degli amministratori passati e delle realtà del territorio» spiega Pandolfi.
Soddisfatte le organizzazioni sindacali. Roberto Rossini, CGIL cita la centralità del «sostegno alle famiglie per il pagamento degli affitti, perché le condizioni di fondo non sono cambiate (il Governo non ha stanziato le risorse)» e ribadisce l’urgenza «dell’integrazione socio-sanitaria, sempre più difficile da praticare, alla luce della mancanza dell’atto aziendale. Manca da un anno e mezzo e mancherà per un altro anno. Ciò rende difficile organizzare le politiche sul territorio».
Per Maurizio Andreolini, della CISL, quello concluso dalla firma, «È stato un percorso virtuoso, e non facile. Negli ultimi giorni ci siamo scambiati diverse bozze per trovare infine la quadra sul Protocollo che mette insieme le risorse necessarie per le necessità facendo attenzione sulla tassazione. Alcune amministrazioni l’hanno aumentata, al contrario di Pesaro». Andreolini ha evidenziato anche il nodo dei sistemi educativi, «per il quale è necessario un percorso condiviso tra pubblico e privato in grado di cogliere le occasioni offerte dal welfare territoriale per intercettare risorse e mettere in campo sperimentazioni virtuose, di dimensione sovracomunale».
Giorgio Andreani, della UIL, ha aggiunto: «Sottoscriviamo un Protocollo, importante per due motivi: il primo è che è stato scritto a quattro mani costruendo insieme la parte dell’altro; il secondo è che aumenta risorse in un momento in cui lo Stato destina minori stanziamenti alle Regioni. E non è affatto scontato che una Amministrazione aumenti risorse, soprattutto per il sociale. È il vero tema di questo periodo storico, in cui i servizi costano di più».