Pesaro

Biliardino e ping pong come il videopoker: multe da 4mila euro per gli stabilimenti balneari: «La sagra dell’assurdo»

Intramontabili simboli dell'estate, rischiano di sparire dagli stabilimenti balneari e dai locali pubblici. Il parere del presidente del Sindacato italiano balneari Capacchione: «Siamo alla vessazione, siamo all'assurdo»

FANO – Hanno allietato le giornate al mare di intere generazioni, sono stati per decenni i giochi simbolo della spiaggia, capaci di resistere perfino all’avvento della tecnologia e degli smartphone: stiamo parlando del biliardino (o calciobalilla che dir si voglia) e del ping pong.

Tutto nasce da alcune norme dell’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli, entrate in vigore a giugno 2022, il cui obiettivo è regolamentare l’ambito dei giochi negli esercizi pubblici, distinguendo quelli che prevedono vincite in denaro da quelli che non le prevedono.

Si legge nella determina del direttore dell’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli, emanata l’anno scorso: “anche gli apparecchi che non erogano vincite in denaro o tagliandi possono essere installati solo se dotati di un nulla osta di messa in esercizio”.

Ma l’Agenzia spiega: «L’attuazione della legge del 2012 produce, automaticamente, l’assoggettamento di tali apparecchi a obblighi di certificazione e di rilascio di titoli autorizzatori. Questi obblighi sono previsti da norme entrate in vigore fin dal 2000». Il senso della norma sarebbe quello di certificare che biliardini e in generale i ‘giochi azionati a gettone’ rispondano a definite caratteristiche tecniche ed escludano appunto qualunque vincita di denaro che farebbe scattare le norme sul gioco d’azzardo. E per gli inadempienti saranno multe salatissime: fino a 4mila euro.

Tra i primi a denunciare la surreale situazione c’è Antonio Capacchione, presidente di Sib, Sindacato Italiano balneari, aderente a FIPE/Confcommercio, che riunisce 10mila stabilimenti balneari, e che ha spiegato all’Ansa come questo tocchi «anche gli oratori e le associazioni no profit, dove il biliardino è spesso messo a disposizione gratuitamente. La legge è del 2003 – spiega Capacchione – ma l’interpretazione estensiva anche al calciobalilla e a tutti i giochi senza vincite in denaro è del 2021 con entrata in vigore a giugno 2022, cioè queste segnalazioni andavano fatte entro il 15 giugno 2022. Così il biliardino è come il videopoker: non ho parole, altro che semplificazioni burocratiche e fiscali. Siamo alla vessazione, siamo all’assurdo».

Dello stesso avviso gli imprenditori balneari marchigiani: «Cosa vuole che le dica – ci risponde uno sconfortato bagnino di Senigallia – siamo alla sagra dell’assurdo: cioè, il decreto si commenta da solo… non ho tirato fuori il tavolo da ping pong ed ho coperto il biliardino…togliendo due graditissimi servizi ai miei clienti… diciamo tanto che le nuove generazioni sono schiave della tecnologia ma noi ci mettiamo del nostro per non offrire loro delle alternative…questo ne è un esempio».

A Fano c’è chi per protesta lascerà i giochi incriminati dove sono: «Voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di venire e multarmi equiparandoli ai videopoker: faccio questo lavoro da oltre 40 anni… questo è troppo… facciano quello che vogliono, il biliardino rimane dov’è».

A Gabicce molti tavoli da ping pong sono in muratura: toglierli è pressoché impossibile; ecco allora che in questi giorni sono stati trasformati in tavoli e fioriere. Una norma che sta creando anche disagi tra Regione e Regione: mentre l’Ufficio dei Monopoli della vicina Emilia-Romagna ha escluso il ping-pong, in quanto disciplina olimpionica, dalla lista dei giochi da certificare, le Marche come la Toscana stanno applicando la norma alla lettera: «Di fatto negli stabilimenti a Gabicce il tennistavolo è bandito, nella confinante Cattolica e Riccione invece no… mi dica lei se è una situazione accettabile» ci riferisce una sconcertata bagnina.

Non è da escludere che qualcosa cambi: la norma ha scatenato anche il mondo politico più o meno di ogni fazione chiedendo la cancellazione della norma. Ci sarebbe già un’interrogazione parlamentare. Nell’attesa che la matassa venga dipanata: stop a rullate e racchette da pin pong chiuse a chiave negli appositi armadietti.