PESARO – Un patto per la scuola, è questa la sintesi del pensiero di Andrea Boccanera, presidente Onlus Gulliver.
«Sono anni che la scuola non è più al centro del pensiero di crescita della nostra umanità. Continui tagli e continue fatiche per portare avanti questa Istituzione cardine del nostro essere. Non è solo una questione di chi lavora nella scuola e di studenti che passano in quelle mura, l’educazione è una questione fondamentale per tutti e per tutte le cose. Dalla civiltà del nostro vivere collettivo sino all’economia, passando per l’ambiente ed il sociale. Non dobbiamo pensare alle mura e alla formazione, ma all’educazione cosa ben diversa. La scuola deve educare e mettere al mondo chi domani deve vivere questo mondo. La scuola la fanno le famiglie, gli insegnati e gli studenti. E dobbiamo con queste tre figure riscoprire un nuovo patto generazionale generativo, vivo non solo a parole. Ad oggi la scuola (intesa come mura) si è dimostrata l’ambiente più sicuro per numero di contagi. Una scuola che si è preparata nei mesi e ad oggi ha procedure sicure, basta guardare ripeto il numero dei contagi».
Boccanera sottolinea: «Ricordo bene questa estate, perchè siamo stati anche noi nelle scuole come molte altre associazioni, ad aiutare nella nuova sistemazione. Ricordo bene i Presidi (oggi si chiamano Dirigenti ma a me piace chiamarli così) con pennelli e secchi in mano per preparare i nuovi spazi. Gente che ci tiene alla scuola e fatica ogni giorno, con tante altre belle persone che la amano questa scuola. Un luogo sicuro. Che oggi viene ancora chiuso perchè non abbiamo la forza di pensare. Di gestire. Tutti conosciamo bene cosa è il covid e non parliamo con leggerezza. Se il padre e la madre devono andare a lavorare, con mascherina, con tutte le precauzioni e stare attenti. Lo devono fare anche i figli. E dobbiamo permetterlo. Mettere al primo posto la scuola perchè sarà anche l’economia di domani, deve essere la nuova economia che sostituirà quella attuale malata ancor prima del covid. Folle pensare di curare solo il malato terminale (l’attuale economia) e non far nascere la nuova economia (scuola).
Insegnanti, famiglia e studenti, tutti devono fare la loro parte per chiedere una scuola aperta, per educare e mettere al mondo, purtroppo la sola dad forma al voto, non educa alla vita. In questo patto generazionale anche la politica deve fare la sua parte. Esporsi realmente, altrimenti non serve. La politica serve se serve (e qui tocchiamo l’ambito cattolico). Pensando assieme si potrebbero mettere in campo altre azioni per eliminare il problema trasporti, la nostra realtà non è una metropoli, anzi in tutta la regione non abbiamo situazioni simili. La scuola potrebbe non aprire per quest’anno per una paura non reale, ma potrebbero aprire centri commerciali e ristoranti. Vi sembra una cosa sana. La società civile è al fianco di questo patto. Ma è necessario che il fuoco parta dagli studenti o dagli insegnati. Noi ci saremo».