ANCONA – Ci sono due dati che fanno impallidire le aziende e le famiglie. L’energia costa 745 €/MWh (nello stesso periodo lo scorso anno era di 103 €/MWh) e il gas ha toccato i 306 €/MWh (contro i 36,51 del settembre 2022).
Confartigianto Imprese Ancona-Pesaro e Urbino torna a lanciare l’allarme per i rincari energetici. «I rincari di elettricità e gas, sono insostenibili per le nostre imprese. Rischiamo un default economico, con molti imprenditori che stanno valutando di chiudere le loro attività» è il commento Marco Pierpaoli, Segretario Confartigianato Imprese Ancona-Pesaro e Urbino.
Le micro e piccole imprese in queste settimane stanno ricevendo le bollette elettriche e del gas. Abbiamo raccontato la bolletta di un imprenditore pesarese che si è visto arrivare oltre 15 mila euro di luce con un rincaro del 350%.
«A novembre dello scorso anno siamo stati i primi a segnalare che il 2022 sarebbe stato un anno difficile dal punto di vista energetico. Il conflitto in Ucraina e le tensioni internazionali hanno aggravato la situazione. L’inflazione sta facendo sentire pesantemente i suoi effetti su famiglie e imprese. Valutiamo positivamente l’ipotesi del credito di imposta al 30%, ma alle imprese serve liquidità. Inoltre è necessario aumentare la produzione interna di gas e che soprattutto l’Europa faccia la sua parte, perché questa problematica deve essere affrontata a livello europeo. Servono misure immediate, non possiamo attendere la campagna elettorale e il nuovo Governo» afferma Pierpaoli che chiede interventi urgenti a sostegno del tessuto imprenditoriale rivolgendosi alla politica.
«La legge elettorale non valorizza i territori – prosegue Pierpaoli, sottolineando come sia fondamentale «guardare ai contenuti dei programmi elettorali. Nei prossimi giorni si entrerà ancora più nel vivo della campagna elettorale. Non c’è più tempo da perdere. Siamo aperti al confronto e al dialogo con tutte le forze politiche che ci chiederanno un incontro, a condizione che i candidati siano attenti alle problematiche delle micro e piccole imprese. Non sono più rinviabili una politica energetica e interventi strutturali che consentano agli imprenditori di avere delle certezze su cui impostare investimenti di lungo termine e il lavoro proprio e dei propri dipendenti. Devono essere fatte scelte che vedano soprattutto l’Europa protagonista».