PESARO URBINO – Stangata in arrivo nel 2023. Dopo un 2022 all’insegna dei rincari, le stime degli aumenti per l’anno alle porte non lasciano presagire nulla di buono. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato, infatti, l’impatto che il 2023 avrà sui conti delle famiglie: con un aggravio stimato di + 2.384,42 euro annui.
Un andamento al rialzo trainato dall’aumento dei costi dei beni energetici, che incidono fortemente sui costi di trasporto e produzione, e quindi sui prezzi al consumo di beni e servizi. Il rialzo del costo di energia elettrica e gas si stima perduri, a fasi alterne, anche nel corso del prossimo anno e sarà aggravato, da aprile, con la cessazione prevista dal Governo delle misure di sospensione degli oneri di sistema, determinando ricadute insostenibili sui bilanci delle famiglie. Per questo l’associazione sostiene la conferma del mercato tutelato insieme alla riforma del metodo tariffario. In forte rialzo anche le previsioni dei costi che gli italiani sosterranno nel settore alimentare. Non mancano all’appello, inoltre, gli aumenti delle tariffe del servizio idrico, quelle nel campo della ristorazione e dei trasporti.
«La stangata in arrivo si abbatterà pesantemente sulla situazione già precaria di molte famiglie, ragion per cui si rende sempre più urgente e necessario un maggiore impegno del Governo in direzione del sostegno ai meno abbienti e della lotta alle crescenti disuguaglianze, anziché i tagli e le limitazioni previste nella legge di bilancio – spiegano dalla Federconsumatori di Pesaro – Vanno in questo senso alcune delle misure che da tempo rivendichiamo, come la sospensione dei distacchi per morosità delle utenze di luce e gas, la garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, l’aumento, su base progressiva, dell’importo dei bonus sociali, il Fondo contro la povertà energetica e la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo».
Le spese per l’alimentazione aumenteranno del 9,2%, quelle delle assicurazioni del 4,6%, i trasporti del 5,30%, le tariffe di luce e gas del 38%, la ristorazione del 6%, il costo di artigiani del 4,1%.
«Appare evidente che di fronte ad aumenti di questa portata è indispensabile reperire nuove risorse, anzitutto da un serio contrasto all’evasione e con una riforma fiscale che tassi di più le rendite e i grossi patrimoni e di meno il lavoro e le pensioni; poi attraverso la tassazione dei superprofitti fatti dalle aziende energetiche, ma introducendo una tassazione anche sugli extraprofitti realizzati dalle società che operano nei settori creditizio, finanziario, farmaceutico e nell’e-commerce. Misure contro la speculazione che sarebbe giusto rendere stabili, non temporanee»