Pesaro

Pesaro, bus affollati e studenti a terra. «Integrare i mezzi Adriabus con quelli privati»

A denunciare la situazione pesarese è Riccardo Battisti della Fita Cna. «Evidenti difficoltà e siamo solo all'inizio, si intervenga»

PESARO – Bus pieni per l’85%, come voluto in base alle nuove disposizioni per la prevenzione del contagio da Covid. Le corse non bastano e alcuni studenti restano a piedi.

Le criticità relative al trasporto degli studenti si sono palesate dopo appena due giorni dall’apertura delle scuole in tutta la provincia. A Pesaro, come a Fano, Urbino. Bus affollati, studenti costretti a rimanere a terra per il troppo affollamento.  E, secondo Cna Fita, la categoria che segue il trasporto, non siamo che all’inizio.

«Molti istituti infatti non hanno ancora ripreso in pieno l’attività con alcune classi che devono ancora riprendere le lezioni in presenza. E il bel tempo di questi giorni ha spinto molti a raggiungere la scuola con mezzi propri alleggerendo di fatto i trasporti pubblici».

Ed è di fronte a queste prime ma evidenti difficoltà che Cna Fita parla di appello inascoltato: quello che – dati alla mano – l’associazione aveva preannunciato alla vigilia evidenziando il pericolo che «si arrivasse subito a una situazione complicata alla ripresa delle attività scolastiche con criticità prevista soprattutto all’uscita dalle scuole».

«Era chiaro ed evidente – afferma Riccardo Battisti della Cna Fita – che le sole flotte gestite da Adriabus non avrebbero retto l’urto del trasporto studenti con le nuove regole imposte dai protocolli anti-Covid per quanto riguarda i trasporti pubblici. Ed era per questo che avevamo chiesto un monitoraggio e un coordinamento preventivo del trasporto studenti da parte della Regione Marche. Cosa che peraltro avviene in già in Emilia Romagna, Toscana e altre regioni limitrofe dove il trasporto degli studenti è stato coordinato dalle istituzioni regionali e non da Consorzi e società di trasporto ai quali non può essere delegato anche il monitoraggio e il controllo di un servizio che essi stessi effettuano».

Non solo. Sulla questione del sovraffollamento, la categoria aveva proposto di affiancare alla flotta pubblica la possibilità di usufruire anche di bus di aziende di trasporto private che – in questo particolare momento anche dopo il lockdown – hanno molti dei loro mezzi fermi a causa della sospensione di gite, tour e itinerari turistici e trasporti di linea ridotti all’osso.

«Si tratterebbe di mezzi idonei con relativo personale che potrebbero andare a coprire i tanti buchi lasciati dal trasporto pubblico.  

E Battisti conclude: A questo proposito Cna Fita ha già fornito alla Regione Marche un primo elenco di aziende disponibili a svolgere il servizio con relativo parco veicolare a disposizione».