PESARO – Carburante alle stelle, gli autotrasportatori rischiano di fermare i mezzi e di conseguenza il Paese.
Cna Fita, assieme alle altre associazioni di categoria dell’autotrasporto, ha sottoscritto un documento che è stato inviato al presidente del Consiglio dei ministri Draghi, al ministro delle Infrastrutture Giovannini e alla viceministra Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Teresa Bellanova.
Nello specifico Cna e le altre sigle evidenziano la drammatica condizione che vivono migliaia di operatori alle prese con il rincaro dei carburanti registrato negli ultimi mesi che non accenna a placarsi e che sta rendendo insostenibile continuare ad esercitare l’attività. Gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas infatti riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto).
Si registrano aumenti generalizzati per oltre il 25% nell’arco di un anno equivalenti a maggiori costi per oltre 535 milioni di euro a danno delle pmi, che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle imprese.
In provincia di Pesaro e Urbino ci sono 685 ditte individuali e 179 società di persone dell’autotrasporto.
«Si tratta di extra-costi non più sostenibili, che si sommano al perdurare delle criticità che affliggono il comparto, per le quali già da tempo chiediamo risposte urgenti da parte del Governo – spiega la Fita Cna -. Quello che si è abbattuto sul mondo dell’Autotrasporto è un ciclone spaventoso per cui servono provvedimenti immediati al fine di controbilanciare gli effetti degli aumenti e dare ossigeno agli autotrasportatori. Non possiamo sottacere che ormai il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia. Visto il disinteresse del Governo verso la categoria ed ascoltando il grido di allarme dei nostri iscritti, lanciamo l’appello al Governo per un intervento urgente che stemperi la tensione favorendo le condizioni per poter attenuare i problemi dei nostri associati».
La categoria chiede provvedimenti economici di sostegno alla categoria, quali crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti, attingendo dal “tesoretto” che ha incassato il Fisco sull’Iva pagata per le accise, e la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l’aumento del gasolio.