PESARO – Detenzione e lavoro. Un convegno per parlare di opportunità e di nuovo ingresso nella società.
«L’inserimento lavorativo come elemento fondamentale nel percorso educativo e rieducativo del detenuto», questa la visione adottata dai promotori del convegno “Detenuti al lavoro: un antidoto contro la recidiva e una risorsa per le aziende” promosso dall’Ats1, cooperativa sociale T41B e Caritas Diocesana di Pesaro e in programma lunedì 9 ottobre, ore 17.30, a Palazzo Ciacchi, sede di Confindustria Pesaro e Urbino, in via Cattaneo 34.
«L’Amministrazione comunale e l’Ats1 – sottolinea Luca Pandolfi, assessore alla Solidarietà e presidente del comitato dei sindaci dell’Ats1, insieme ad altri partner istituzionali, sono impegnati in prima linea in progetti con protagonisti i detenuti della casa circondariale di Villa Fastiggi, con l’obiettivo sancito dall’Art.27 della Costituzione di rieducazione ma anche di accompagnamento al rinserimento sociale del detenuto inteso come persona. Siamo impegnati nel costruire una connessione tra il dentro e il fuori l’istituto penitenziario, tra la comunità cittadina e la comunità penitenziaria; così come nel promuovere progetti socioculturali, di accompagnamento all’uscita dal periodo detentivo. In questo senso è fondamentale il reinserimento lavorativo: un percorso che può aver successo se accolto e condiviso con il territorio e la comunità produttiva. E che cercheremo di sostenere con l’appuntamento del 9 ottobre insieme ai più importanti protagonisti del territorio».
Finanziato dall’Ats1 e rivolto in particolare ai detenuti prossimi alla scarcerazione, è attivo nella casa circondariale di Villa Fastiggi, lo sportello ASIA (Ascolto – Sostegno – Integrazione – Accompagnamento) gestito prima dalla Caritas di Pesaro e, dal 2023 anche dalla cooperativa sociale T41B «che ha messo al centro della sua azione il tema del lavoro, cruciale per chi sta per uscire dal carcere» spiega Michele Gianni, presidente coop sociale T41B.
È infatti statisticamente dimostrato che il rischio di recidiva viene drasticamente abbattuto se le persone detenute lavorano durante la detenzione. Non si tratta solo di un fattore economico: il lavoro è un tassello fondamentale del percorso educativo e rieducativo che si dovrebbe svolgere mentre si sconta una condanna, uno strumento potentissimo per riacquisire autostima, fiducia in se stessi, per rifarsi una nuova vita. La legge 193 del 2000, conosciuta come “Legge Smuraglia”, ha disciplinato il lavoro della persona detenuta, prevedendo per le imprese che assumono detenuti o che decentrano lavorazioni all’interno delle carceri una serie di agevolazioni (dagli sgravi contributivi a consistenti crediti d’imposta) che possono essere utilizzati anche per la formazione del personale in situazione di privazione delle libertà.
Scopo del convegno del 9 ottobre è quindi quello di approfondire sia l’aspetto del lavoro come strumento del percorso di rieducazione del condannato, che sarà trattato da Fatima Farina dell’Università degli Studi di Urbino, sia le opportunità che la legge offre alle imprese che decidono di utilizzare manodopera detenuta, che saranno illustrate dalla direttrice del carcere di Pesaro, Palma Mercurio. Di grande rilevanza la presenza di Confindustria, che farà gli onori di casa con la presidente Alessandra Baronciani, per la divulgazione nelle aziende del territorio delle opportunità fornite dalla legge. A partecipare anche Luca Pandolfi, assessore alla Solidarietà e presidente del comitato dei sindaci dell’Ats1, Ugo Ciaschini, del’ufficio Servizio sociale minorenni di Ancona e il Prefetto Emanuela Saveria Greco, a ribadire l’importanza istituzionale di un incotro tra carcere e territorio pensato per porre le basi per un’interazione che faciliti l’integrazione di chi ha scontato una condanna e la coesione sociale dell’intera comunità locale.
«L’anno scorso – spiega il presidente Gianni – abbiamo assunto 4 detenuti, quest’anno 3. Ma effettuando settimanalmente colloqui di lavoro con la popolazione carceraria è risultato chiaro che non poteva essere la sola cooperazione sociale a dare una risposta su questo terreno; è necessaria una sensibilizzazione delle aziende che spesso non conoscono le agevolazioni che la legge offre a chi assume detenuti. Abbiamo proposto a Confindustria di aiutarci ad approfondire il tema e abbiamo trovato grande disponibilità e una collaborazione fattiva che ha portato all’iniziativa di lunedì prossimo. Un primo passo, speriamo, per un rapporto diverso tra carcere e tessuto economico locale».
Per informazioni: tel. 0721.270001; mail a info@t41b.it.