FANO – In questi giorni si parla molto della grande difficoltà che hanno gli esercizi commerciali stagionali a reperire personale: titolari di ristoranti, bar, gelaterie e spiagge lamentano la penuria di giovani disposti a svolgere lavori stagionali.
Gli appelli pubblici lanciati dai vari imprenditori hanno acceso un dibattito: da una parte coloro che puntano il dito sulle nuove generazioni, manchevoli di voglia di lavorare, dall’altra coloro che accusano i datori di lavoro di offrire contratti lavorativi infimi e spesso poco proporzionali all’impegno profuso.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato l’assessore regionale Aguzzi menzionando il reddito di cittadinanza tra le motivazioni per cui i più giovani preferirebbero non lavorare. A rispedire al mittente queste illazioni è stata la consigliera Ruggeri.
Se fino ad oggi la stampa, nazionale e non, ha tendenzialmente dato voce ai datori di lavoro, oggi abbiamo chiesto l’opinione di un ex lavoratore stagionale che per 7 anni ha svolto il ruolo di bagnino di terra sul litorale adriatico con una forma contrattuale “fantasiosa”. Il diretto interessato, che nonostante oggi non sia uno stagionale preferisce rimanere nell’anonimato, ha raccontato la sua personale esperienza.
«Faccio una premessa: questa è la mia personale esperienza e non voglio affermare che valga per tutti… è altrettanto vero che, negli anni in cui ho fatto la stagione, erano diversi i colleghi che si sono trovati in condizioni simili alle mie… Sono oramai un ex lavoratore stagionale che, prima del biennio pandemico ha svolto il ruolo di bagnino di terra, quello che portava i lettini, accoglieva i clienti ecc per intenderci… per 7 anni. Di fatto lavoravo per 6 ore al giorno, o mattina o pomeriggio, senza giorni liberi, da inizio giugno a fine settembre. In 7 anni credo di non essere mancato 3 giorni per febbre… lo stipendio era di 900 euro al mese… quanto fosse all’ora…beh, il conto lo lascio fare a voi….A questo si aggiungeva che il contratto con cui mi assumevano, non mi permetteva di chiedere la disoccupazione….».
Fisiologico chiedersi se fosse giusto accettare per così tanti anni queste condizioni: «La domanda che mi è stata rivolta più volte era “perchè hai accettato queste condizioni?”…beh, era il mio primo lavoro, avevo 18 anni e, a quell’età 900 euro ti sembrano comunque tanti… oggi che sono un po’ più grande e faccio il libero professionista capisco che, il trattamento ricevuto non era propriamente ottimale… . Ripeto, magari non tutti i titolari degli stabilimenti avevano questa politica però non era sicuramente un caso isolato – e conclude con una frase sibillina – i controlli degli enti preposti? In sette anni, dove ho lavorato io non ce ne sono stati… magari è stato fortunato il mio capo eh!».