Pesaro

Cgil, Cisl e Uil Pesaro sull’arretramento della ferrovia: «Sarebbe un aiuto alle imprese e allo sviluppo, si colga questa opportunità senza divisioni»

Per Rossini, Andreolini e Rossini la «politica deve dare un segnale di coesione e superare le strumentalizzazioni»

Il vecchio e il nuovo tracciato della ferrovia su Pesaro

PESARO – Arretramento della ferrovia, Cgil, Cisl e Uil Pesaro intervengono nella polemica tra il sindaco di Pesaro e la Regione Marche. Dall’assessore Baldelli i dubbi sulla quantità di treni in transito, mentre Ricci si è detto sconvolto dai tentennamenti della Regione.

Il piano di fattibilità dell’arretramento della ferrovia, fatto insieme a Ferrovie dello Stato, è stato inserito nella proposta di finanziamento di 5 miliardi del potenziamento della Bologna-Bari. I fondi sono quelli del bilancio pluriennale dello Stato che guarda fino al 2033. Per Pesaro 1,2 miliardi. L’ipotesi messa sul piatto nel progetto è quella di arretrare la ferrovia dopo il passaggio di Gradara, seguendo il corridoio dell’autostrada. La Stazione si sposterebbe lungo l’Interquartieri, in zona strada dei Cacciatori. Un luogo strategico perché non lontano dal centro, in grado di intercettare persone e merci. Secondo il tracciato i binari passerebbero sotto l’Ardizio in una galleria per poi tornare a Fossosejore.

«Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un acceso dibattito politico sull’investimento più grande che la nostra regione ospita da decenni, ovvero sull’arretramento della ferrovia – dicono i sindacati -. Già in precedenza avevamo espresso tutta la nostra soddisfazione su un progetto che non avrà ricadute positive solo sulla città di Pesaro ma su tutto il territorio e sul suo sviluppo.

Il nostro territorio e più in generale la nostra regione, da sempre denuncia un isolamento infrastrutturale che le ha impedito di svilupparsi quanto avrebbe potuto. Questa atavica carenza è stata finalmente riconosciuta, solo negli ultimi 20 anni, dai nostri Governi che si sono avvicendati ed anche dalla EU che vede che corridoio adriatico una porta verso l’Oriente. Questa inversione di tendenza è iniziata dalla realizzazione terza corsia della A14 ed è proseguita con la Quadrilatero ancora da ultimare».

Per Roberto Rossini, Maurizio Andreolini e Paolo Rossini «il corridoio adriatico ferroviario è strategico non solo per l’Italia ma per l’intera Europa. A nostro parere, sarebbe raggiunto un traguardo assolutamente non scontato e di grande pregio. Se poi dei 5 miliardi previsti per tutta la tratta fino a Lecce, ben 1,8 saranno messi a terra nella nostra provincia, riteniamo che tutta la politica, tutti i portatori di interessi collettivi debbano veramente celebrare adeguatamente, un momento storico.

Riuscire a dare respiro alla città e al suo lungomare e poter avere un hub per il trasporto merci per tutta la provincia è un grande risultato. Avere la possibilità di realizzare un punto intermodale la dove sorgerà la nuova stazione è una grande opportunità. Questa infrastruttura può senza dubbio dare un aiuto a tutte le imprese del territorio che oggi non hanno la possibilità di sfruttare il trasporto su rotaia e che magari, grazie questa nuova infrastruttura, potrebbero usufruire più agevolmente anche del porto di Ancona che avrà dunque ulteriori possibilità di crescere».

Cgil, Cils e Uil provinciali ritengono «cruciale il lavoro ancora da fare, in termini di programmazione e progettazione, con la direzione di Ferrovie, in un’ottica di condivisione tra tutte le amministrazioni locali della costa per estendere l’arretramento, se non fino ad Ancona, almeno lungo tutto il tratto costiero della nostra Provincia. È veramente fondamentale dare questa opportunità anche altre città di raccogliere i benefici dell’arretramento del tracciato. È ovvio che non può essere trascurata la compatibilità economica e l’equilibrio che va ricercato in primis nella nostra regione e poi tra tutte le regioni sempre con la regia del Ministero.

Al netto di queste riflessioni riteniamo che il momento è veramente cruciale ed attorno a questo progetto tutti dovremmo essere uniti per raggiungere il migliore risultato possibile per il nostro territorio. La politica acquisisca la necessaria consapevolezza dell’importanza del momento, dia segnale di coesione, eviti strumentalizzazioni ai fine del consenso superando così divisioni per il bene collettivo e lavori assieme per trovare ulteriori risorse, elaborare le priorità e ricercare equilibri indispensabili.

Dobbiamo agire insieme per valorizzare questo risultato raggiunto e contribuire per renderlo più efficace possibile per il futuro del nostro territorio».