PESARO – Inflazione, clima e calo dei consumi, Confesercenti Pesaro chiede alla Regione di posticipare la data di inizio dei saldi.
«La questione dei saldi, troppo anticipati rispetto alle reali esigenze del mercato, si fa sempre più problematica per le imprese – spiegano il direttore Alessandro Ligurgo e il segretario Davide Ippaso – Quest’anno, in particolare, la data di inizio delle vendite di fine stagione fissata al primo sabato di gennaio, contrasta in maniera eclatante con le condizioni climatiche quasi estive che stiamo ancora vivendo. Ciò comporta, ed è facile prevederlo, che la maggior parte degli articoli invernali, finora di fatto improponibili, siano ancora invenduti. L’inizio dei saldi, insomma, non rappresenterebbe più un’opportunità per risollevare i bilanci e smaltire le rimanenze di magazzino, ma diventerebbe un’ulteriore penalizzazione per gli operatori, costretti a ‘svendere’ i capi di stagione quando la stagione non è ancora iniziata. A questo si aggiungono problemi ormai cronici per il settore: dalla concorrenza della grande distribuzione a quella, spietata, delle grandi piattaforme del commercio elettronico. Queste ultime possono permettersi prezzi competitivi tutto l’anno perché attuano economie di scala, contano su costi ridotti in fatto di personale e di infrastrutture e, non lo dimentichiamo, hanno un regime fiscale differente rispetto a quello imposto ai negozi fisici».
L’associazione rivolge quindi, un appello alla Regione Marche e alle istituzioni locali «perché si attui un intervento deciso che posticipi al 1 marzo 2024 la data d’inizio dei saldi invernali. La conseguenza, altrimenti, è che la stragrande maggioranza delle imprese del commercio “tradizionale” – soprattutto del settore abbigliamento, calzature e accessori – non abbiano un sufficiente lasso di tempo per commercializzare le merci a prezzo pieno e siano, nel concreto, a rischio chiusura. E questo è un rischio che non possiamo correre, perché significherebbe perdere una fetta importante della nostra economia, posti di lavoro e imprese per lo più familiari, che sono, inoltre, presidi di sicurezza e luoghi di socialità per centri storici e quartieri, oltre che attività che offrono servizi vicini al cittadino e, quindi, importanti anche in termini di qualità della vita. Auspichiamo che l’intervento richiesto, immediato e straordinario, preceda una comunque indispensabile revisione delle regole sulle vendite di fine stagione, comprese quelle effettuate on line, sulla quale Fismo Confesercenti, sindacato delle imprese del settore abbigliamento, sta sensibilizzando la politica anche a livello nazionale.
Siamo certi che le nostre Istituzioni prenderanno a cuore questa battaglia e non lasceranno cadere nel vuoto il grido d’allarme che proviene da migliaia di imprese e che riguarda il loro futuro e quello di altrettanti lavoratori».