Pesaro

Cna Pesaro Urbino: «Abusivismo tra acconciatori ed estetisti. Chiediamo più controlli»

È l'allarme lanciato dall'associazione di categoria che segnala un 27% di abusivismo. «Con il lockdown la situazione si è aggravata, riaprire le attività regolari anche in zona rossa»

Parrucchiere

PESARO – Acconciatori ed estetisti, in provincia di Pesaro un tasso di abusivismo al 27%: uno su quattro non potrebbe operare. E con il lockdown si teme possa aumentare a livello esponenziale.

A dirlo è Cna Benessere e sanità di Pesaro e Urbino. «Per acconciatori ed estetisti non c’è solo il problema delle chiusure per la zona rossa, ma anche quello dell’abusivismo. L’emergenza pandemica ha comportato infatti una diffusione a macchia d’olio della piaga dell’abusivismo nel settore dell’acconciatura e dell’estetica. Abusivi che vanno o ricevono a casa. Un fenomeno dalle proporzioni enormi nell’intero Paese, che mette a repentaglio la salute dei cittadini e la tenuta degli operatori che rispettano le regole».

Gli ultimi dati descrivono un quadro preoccupante. Già nel 2018 il tasso di irregolarità di acconciatori e centri estetici risultava del 27,1%. Il valore in assoluto più alto osservato tra i vari settori e che supera di gran lunga quello medio nazionale (14,2%).

«Il fenomeno si è acuito in coincidenza con le chiusure imposte alle imprese di acconciatura e di estetica dal governo, nelle zone rosse. Le attuali chiusure e i lockdown che si sono susseguiti negli ultimi dodici mesi hanno rappresentato una manna per gli abusivi. Hanno infatti operato indisturbati, intensificando la loro attività, senza rispettare alcun protocollo o misura di sicurezza. Con la conseguenza di esporre i cittadini che ricorrono ai loro servizi a un enorme rischio di contagio.

Cna ha lanciato sui social una campagna di sensibilizzazione verso i consumatori, per renderli consapevoli dei pericoli che si corrono rivolgendosi a operatori irregolari e non autorizzati.

«Come Cna lanciamo poi un ulteriore appello alle istituzioni, chiamate a un impegno ancora più incisivo: siano intensificati i controlli delle autorità locali. L’efficacia degli accertamenti è infatti vitale per le imprese del settore. Alla luce di questa emergenza, riaprire nelle zone rosse le attività regolari, rappresenterebbe una misura per arginare almeno in parte le attività degli abusivi che, non adottando i protocolli, oltre a danneggiare chi opera nelle regole, è potenziale fonte di diffusione di contagio. Mai come in questo momento, c’è bisogno di trasmettere alle imprese sane un segnale tangibile della vicinanza delle istituzioni».