PESARO – «Quei genitori hanno ancora un figlio da abbracciare». Sono queste le parole con cui Unarma Pesaro Urbino, attraverso il Segretario Provinciale di Pesaro e Urbino Marco Ravizzone e quello aggiunto Floriana Casciabanca, hanno voluto sentitamente ringraziare per il salvataggio avvenuto a Fossombrone:
L’associazione ha ricostruito minuziosamente la dinamica degli eventi: “Certe volte, in preda al panico, ai sentimenti, all’irrazionalità, qualcuno, giovane o anziano che sia, decide di mettere fine alla propria vita. In molti di questi casi ci si allontana da casa, lasciando nello sgomento i parenti più stretti i quali, non vedendo far rientro il proprio caro allertano le forze dell’ordine chiedendo disperato aiuto. E’ esattamente quello che è successo alla famiglia di un quarantenne di Colli al Metauro, il quale, giorni addietro, stanco della vita, aveva deciso di farla finita una volta per tutte. Andava via da casa, con la sua auto, e non dava più notizie di sé. Qualche giorno dopo, un cittadino che aveva notato una macchina parcheggiata in un posto insolito, lo comunica chiamando il 112. Dalla targa si comprende che è proprio la macchina del giovane scomparso. E da lì partono ricerche serrate, senza sosta, dal Furlo di Fossombrone, nei pressi del ponte, i militari notano una corda in nylon tranciata, un elemento questo che fa presupporre che ormai non ci sia più niente da fare. Ma nella speranza che non sia cosi, le ricerche continuano si intensificano anche lungo il fiume Candigliano e lungo altri affluenti del Metauro, sino a quando l’Appuntato Sc.QS Claudio Cinti e il Carabiniere Federico Pica della Stazione Carabinieri di Cagli, notano un uomo che dal ponte sventola una busta in plastica richiamando l’attenzione. Anche gli altri militari, Luogotenente Antonello Pannaccio, comandante della Stazione Carabinieri di Colli al Metauro, Mar. Gabriele Galassi e App.Sc. QS Francesco Priori, della Stazione CC di San Lorenzo in Campo, tutti coordinati alla ricerca dell’uomo si precipitano tra le boscaglie sino a raggiungerlo nonostante le sponde scoscese del fiume. L’uomo, come ha raccontato ai militari, era molto scosso perché davvero voleva farla finita, ci aveva provato con una corda robusta, ma qualcuno dall’alto non solo non ha voluto, ma ha permesso che fosse ritrovato ancor prima che fosse stata la natura stessa e i fiumi ad inghiottirlo per sempre e a nasconderlo nel bosco, senza che nessuno mai avrebbe poi potuto trovarlo. Allertato l’elisoccorso, il giovane veniva trasportato ad Ancona ed affidato alle cure e terapie dei sanitari».
«Quando un famigliare denuncia la scomparsa di un proprio caro spesso si tratta di un allontanamento volontario di chi o non vuole più contatti con la propria famiglia o sceglie di farla finita. Sono meravigliato davvero di quanto accaduto, è doveroso dire che quando ci giunge una segnalazione, questa viene attentamente valutata tanto è vero che in questa situazione ha attivato delle ricerche così fitte che hanno portato al ritrovamento di un uomo, che nonostante avesse voluto morire, è stato tratto in salvo appena in tempo, merito dei militari intervenuti, senza il cui aiuto non avrebbe avuto scampo» così commenta Ravizzone.
«Ringraziarvi non solo è un atto doveroso ma è sentito da parte di tutta la Segreteria Provinciale di Pesaro e Urbino. Con il vostro intervento, la vostra costanza ed il vostro senso del dovere lo avete salvato per ‘miracolo’ – continua il Segretario Provinciale Aggiunto Floriana Casciabanca -quei genitori hanno ancora un figlio da abbracciare».