Pesaro

Comitato residenti Muraglia: «Case Bruciate sito migliore per l’ospedale, la Regione non ceda»

Gli abitanti: «Il tavolo tecnico nasconde scelte già fatte, la Regione non sia intimorita dallo scontro con Ricci»

Il progetto dell'ospedale unico a Muraglia nel Pesarese

PESARO – Toccherà a un comitato tecnico la scelta del sito per l’ospedale di Pesaro, ma i residenti del quartiere Muraglia-Montegranaro non ci stanno e dicono la loro parlando di una “eventuale cedimento su Muraglia” come conseguenza di un “timore verso lo scontro con Ricci”.

«Lo diciamo subito, siamo molto contrariati per il metodo intrapreso per giungere a questa decisione. Innanzitutto formare un tavolo decisionale con sei componenti di cui solo tre sono tecnici vuol dire formare un tavolo “pseudo” tecnico. Inoltre non possiamo non notare e mettere in evidenza che tutti e tre i tecnici in questione sono stati nominati dirigenti dal duo Ceriscioli-Ricci. Peraltro i due dirigenti dell’urbanistica regionale e comunale sono gli stessi che in passato hanno gestito l’iter tecnico per la designazione di Muraglia come sito, soluzione come ben noto caldeggiata dal duo politico. Questa terna a noi appare in tutta evidenza non opportuna nel momento in cui si vuole veramente rivalutare la tematica del sito in maniera nuova. Visto che parliamo di un’opera pubblica da 140/170 milioni noi riteniamo una condizione basilare e fondamentale formare una commissione di esperti nuovi, magari di fuori regione e chiaramente di altissimo profilo, ad esempio due urbanisti, un geologo, un paesaggista, un esperto di edilizia sanitaria, ovviamente affiancati dai due responsabili dell’urbanistica, comunale e regionale, i quali devono avere però l’unica funzione di supporto alla visura delle questioni e normative locali. Inoltre ci chiediamo come può un comitato attraverso due o tre veloci sedute valutare bene tutta la complessità delle questioni tecniche in campo».

Il comitato dei residenti continua: «Memori del famoso, nonché discusso, algoritmo matematico di Ceriscioli per l’individuazione di Muraglia, temiamo che un tavolo “tecnico” come quello messo in piedi oggi, con queste caratteristiche e questi tempi sia nuovamente un poco onorevole paravento dietro al quale la politica sta nascondendo scelte forse già fatte, ma di cui non vuole prendersi la responsabilità. Se così fosse, questo però è un espediente fin troppo facile da individuare anche dal comune cittadino e che quindi non potrebbe mascherare, nel caso si scegliesse Muraglia, la resa politica della regione nei confronti dell’insensata ostinazione del sindaco di Pesaro, visto anche l’ampio elenco di questioni tecniche emerse a sfavore di questa localizzazione. Una regione che peraltro ha gli strumenti offerti dal PNRR per fare da sola e come il buon senso consiglierebbe, essendo altrettanto ampio l’elenco di questioni tecniche a favore di Case Bruciate. Alla luce di tutto questo, con l’eventuale cedimento su Muraglia, il governo regionale dimostrerebbe come diversi componenti al suo interno e a tutti i livelli, appaiono intimoriti da uno scontro con il sindaco di Pesaro. Sarebbe un’enorme prova forza di Ricci, capace di imporre la sua ferma volontà ben al difuori dei perimetri della sua giunta, fino a dettare la sua agenda (sbagliata) a Palazzo Raffaello.

Lo scenario che temiamo e già paventato nelle dichiarazioni del sindaco stesso, è quello di una commissione che possa concentrarsi su una revisione dei costi ed eliminare il risparmio di ben 30 milioni che il mastreplan regionale quantifica nel caso di una scelta razionale su Case Bruciate. Questo sarebbe il parametro tecnico più di facile comprensione per l’elettorato e questa operazione “proverebbe” a disinnescare i molto probabili ricorsi alla Corte dei Conti. Automaticamente però, deve essere chiaro, che questo significherebbe aver sbagliato un masterplan edilizio alla voce “costi ospedale di Pesaro” di ben 30 milioni di euro certificando un enorme e imperdonabile errore contabile dei tecnici regionali che lo hanno realizzato.

Il comitato, nella speranza che prevalga la ragione per un’opera così strategica di salute pubblica, pone la solita domanda: perché si vuole forzare a tutti i costi la realizzazione di un’opera così importante e costosa, in un sito totalmente inadatto, piccolissimo, con evidenti problematiche e grandi rischi idrogeologici, chiare carenze viarie e devastante impatto ambientale e paesaggistico, quando esistono delle alternative che non presentano nessuna di queste problematiche? E’ veramente questa la pesante eredità che vogliamo lasciare ai nostri figli non rispettando l’ambiente e realizzando importantissime opere contro ogni logica?».