Pesaro

«Dal Tar nessuno stop, via alla bonifica dell’ex Amga» a Pesaro

L'assessore Heidi Morotti: «La sentenza dice che l'amministrazione non ha approvato varianti che modifichino la destinazione urbanistica. Si procederà con l'iter»

Pesaro, l'area ex Amga
L'area ex Amga

PESARO – Il Tar non frena l’intervento del Comune di Pesaro. Via quindi alla bonifica all’ex Amga.

«L’ordinanza del Tar mette nero su bianco che il Comune di Pesaro non ha approvato varianti che modifichino la destinazione urbanistica dell’area» e «non frena l’iter dei lavori che, nelle prossime settimane, consentirà di bonificare l’area con le avanguardistiche tecniche di fito-rimedio». Heidi Morotti, assessore all’Ambiente del Comune interviene per chiarire il giudizio emesso ieri, 19 novembre, dal Tribunale amministrativo regionale sulla questione ex Amga.

Se da una parte il Tar «fissa per la trattazione del merito la pubblica udienza del 28 aprile 2021» perché la controversia «riguarda questioni molto complesse, ma che sono di particolare interesse, tanto per le società ricorrenti, quanto per il Comune di Pesaro», dall’altra indica che «non si ravvisa la sussistenza dei presupposti per la concessione, nelle more della decisione di merito, di specifiche misure cautelari» richieste dalle imprese costruttrici.

«In pratica il Tar – aggiunge Morotti – chiarisce in maniera univoca che il Comune non ha previsto alcuna variante urbanistica che modifichi l’edificabilità dell’area ex Amga». Nel testo si legge infatti che «al momento, della suddetta variante non vi è alcuna traccia, ergo il suddetto rischio è meramente ipotetico e non attuale». Dunque via ai lavori, così come annunciato.

L’assessore sposta poi l’attenzione su quello che i legali delle imprese costruttrici definiscono parco urbano: «Il Comune ha adottato un progetto di bonifica innovativo, che consentirà ai residenti della zona e alla città intera di godere di un processo ‘naturale’ di bonifica piacevole anche alla vista». Non ci saranno ruspe, trattori e benne a spostare materiali: «È una novità di metodo, nata dalla convenzione tra Comune, università della Tuscia e Arpam, che abbiamo già spiegato: mentre nel sottosuolo i contaminanti organici saranno ‘combattuti’ con l’impiego combinato di piante e microrganismi, in superficie non si noteranno lavori, né ci saranno rumori a infastidire i residenti».

E sul parco urbano aggiunge «il fatto che ci sarà del verde, piacevole da ammirare, a coprire il terreno contaminato non significa che il Comune abbia previsto di realizzarci un parco urbano».

© riproduzione riservata