GRADARA – Realizzare una ricostruzione filologicamente accurata, con tecniche, procedimenti e attrezzature risalenti al XV secolo, dell’armatura e dell’apparato armamentario del Signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta. E’ questo il progetto che vede cooperare fianco a fianco il Comune di Gradara e quello di Bienno, in provincia di Brescia, nella Valle Camonica. La collaborazione tra i due borghi si inserisce nell’ambito della misura del PNRR “Attrattività dei borghi”, destinato all’attuazione di iniziative di rigenerazione culturale e sociale per la valorizzazione del patrimonio diffuso e la promozione del rilancio turistico dei piccoli centri. Un’iniziativa che mira al recupero e alla preservazione del patrimonio materiale e immateriale di piccoli borghi ricchi di storia, tradizioni e cultura, mettendo in rete e in sinergia università, professionisti del settore, docenti e studenti, offrendo a questi ultimi la possibilità di approfondire pratiche di artigianato artistico di epoca medioevale e rinascimentale.
E’ in questo contesto che nasce il progetto per la ricostruzione dell’armatura di Sigismondo Pandolfo Malatesta. Nella giornata di sabato 23 settembre, la delegazione del comune bresciano è stata ricevuta a Gradara dai rappresentati dell’amministrazione comunale e di Gradara Innova.
«Siamo molto contenti e orgogliosi – dichiara il sindaco di Gradara, Filippo Gasperi – di poter estendere la nostra rete di collaborazioni istituzionali al Comune di Bienno, paese che esattamente come il nostro si caratterizza per il suo passato secolare e per la sua forte attrattività turistica legata anche alla pluridecennale mostra mercato di artigianato artistico che si tiene ogni anno in quel centro. Il Comune di Bienno sarà co-protagonista, insieme a noi, in un progetto dalla forte valenza filologica e culturale, incentrato sulla riscoperta delle antiche tecniche di lavorazione del ferro con l’obiettivo di realizzare delle repliche fedeli dell’apparato militare offensivo e difensivo del Signore di Rimini nel XV secolo, Sigismondo Pandolfo Malatesta, con la supervisione del comitato scientifico generale composto dalle Università Carlo Bo’ di Urbino, Ca’ Foscari di Venezia e le Università di Innsbruck ed Edimburgo. Per tutto il medioevo e anche in epoca successiva, Bienno fu uno dei punti di riferimento, a livello italiano ed europeo, per la produzione e lavorazione del metallo, ospitando fucine specializzate nella forgiatura di armature, si pensi che nel XVII si contavano ben 38 fucine in attività nella sola Val Grigna. Ancora oggi, nella cittadina, è presente un maglio idraulico funzionante risalente al 1600 che sarà utilizzato proprio per la realizzazione della replica dell’armatura di Sigismondo Malatesta, che dunque ricalcherà i dettami del XV non solo per quanto riguarda forme e caratteristiche ma anche scelta dei materiali e delle tecniche di lavorazione. Un ringraziamento doveroso al sindaco Ottavio Bettoni, alla Giunta comunale e all’Associazione dei Fabbri di Bienno per aver creduto in questa iniziativa ed essere al nostro fianco».
Aggiunge il sindaco di Bienno, Ottavio Bettoni: «Siamo onorati di questa collaborazione e ringraziamo in particolar modo il sindaco di Gradara e tutti gli amministratori per averci coinvolto nella realizzazione di una parte di questo progetto. Queste sinergie sono la testimonianza che i piccoli comuni italiani, come i nostri, sono capaci di fare rete e mettersi insieme con l’obiettivo di far conoscere i propri territori e come in questo caso, la propria storia. Il comune di Bienno metterà a disposizione la propria tradizione sulla ferrarezza utilizzando la fucina museo, composta da magli mossi ancora con la forza dell’acqua come si faceva una volta senza l’utilizzo della energia elettrica».