Pesaro

Nel Pesarese in concerto i Tre Allegri Ragazzi Morti: «Le Marche nel cuore, i primi passi a Senigallia»

Abbiamo incontrato il bassista Enrico Molteni. La band ha appena pubblicato il suo ultimo disco dal titolo "Garage Pordenone"

I Tre Allegri Ragazzi Morti (ph Annapaola Martin - foto per gentile concessione ufficio stampa della band)

SANT’ANGELO IN VADO (PESARO URBINO) – Conosciuti per le performance mascherate e per i live di rock essenziale, i Tre Allegri Ragazzi Morti sono considerati uno dei pilastri della scena rock alternativa italiana fin dal 1994, l’anno della loro formazione. Il 28 giugno il gruppo si esibirà al Rock n Grill di Sant’Angelo in Vado (Pesaro Urbino). Appuntamento per le 22 (apertura cancelli dalle 18).

Un felice e atteso ritorno nelle Marche, che loro – a dire il vero – conoscono bene. Nati sotto la guida del celebre fumettista Davide Toffolo, la band è formata dal batterista e membro originario Luca Masseroni e dal bassista Enrico Molteni, aggiuntosi per il primo album ufficiale Piccolo intervento a vivo, preceduto dagli auto-prodotti su audiocassetta Mondo naïf (1994), Allegro pogo morto (1995) e Si parte (1996).

Un live della band (ph Daniele Baldi – per gentile concessione ufficio stampa Tarm)

Il 2021 vede la partecipazione di Toffolo al Festival di Sanremo 2021, ospite degli Extraliscio. Poco dopo, i Tre Allegri Ragazzi Morti approdano al Concerto del Primo Maggio di Roma. Il 12 aprile 2024 esce Garage Pordenone, il decimo disco della band, che coincide con il loro trentesimo compleanno: un anniversario che celebreranno con una festa memorabile, lunga un anno, e ricco di importanti novità.

Il tour estivo vedrà il gruppo solcare i più importanti festival italiani, portando il loro travolgente live fatto di maschere e puro rock’n’roll, alternando i brani del nuovo album Garage Pordenone ai loro grandi successi. Ad attendere la band, in autunno, persino un tour europeo tra Inghilterra, Germania, Belgio, Spagna e Svizzera. Biglietti disponibili online.

Enrico Molteni, bassista, che esibizione sarà quella del 28 al Rock n Grill?
«Il nostro tentativo è riuscire a fare un concerto che accontenti tutti coloro che ci seguono, una sorta di ˊthe best liveˊ, con qualche canzone del nuovo disco Garage Pordenone».

Il gruppo in tour (ph Daniele Baldi – per gentile concessione ufficio stampa Tarm)

Che tra l’altro sta avendo parecchio successo. Com’è nato?
«Il titolo trae spunto dal nome di un garage che esiste davvero e che si trova a Milano, in via Pordenone. Inizialmente, era un titolo di lavorazione. Sa, stando a Milano, io per anni vedevo questa scritta ed era un po’ come evocare casa. Poi, quando abbiamo realizzato la prima canzone del disco, ˊHo’oponoponoˊ,  beh, ci siamo accorti che lo stile era il genere garage. E quindi il termine garage era ricorrente e abbiamo deciso di lasciare quel titolo lì».

Le Marche le conoscete?
«Sì, ci abbiamo suonato tante volte. I primi tempi, negli anni ’90, suonavamo al Mamamia di Senigallia. Poi abbiamo suonato anche in varie piazze, in occasione di feste e festival».

Se dico Pesaro?
«Rispondo Alessandro Baronciani, uno dei nostri amici di quella zona. Alessandro è un illustratore che segue da anni le nostre grafiche e la comunicazione. Con lui abbiamo girato la città e abbiamo rinsaldato il legame con le Marche, di cui conosciamo bene l’entroterra. Di Ancona, invece, ricordo un evento legato all’università».  

Perché ˊTre allegri ragazzi mortiˊ?
«Il nome nasce nel ’94, quando Davide Toffolo, che è anche disegnatore, aveva scritto una storia di fumetti, Cinque allegri ragazzi morti. I cui protagonisti, per l’appunto, morivano in un incidente ma continuavano a vivere come zombie. Assumevano così un punto di vista alternativo rispetto a quello della gente ancora vivente. In quel periodo, Davide ha iniziato a scrivere i testi dei ˊTre allegri ragazzi mortiˊ e il tentativo è rimasto».

I Tre Allegri Ragazzi Morti (ph Annapaola Martin – per gentile concessione della band)

Cioè?
«Provare ad avere un punto di vista diverso e critico sulla quotidianità. Vogliamo sottolineare la nostra diversità, il desiderio di raccontare qualcosa di differente da ciò che si sente abitualmente nelle canzoni».

A Sanremo vi ha portato proprio Davide, quando ha accompagnato gli Extraliscio. Avete mai pensato di fare domanda come partecipanti?
«Personalmente, no. Per via di un certo tipo di attitudine alternativa che ci accompagna. Non credo che Sanremo sia il palco giusto per noi, anche se devo riconoscere che ultimamente è diventato (ancora di più) il più importante palco della musica italiana, che dà enorme visibilità. Quindi, mai dire mai. Poi dietro ci sono tutte dinamiche legate al mondo dell’industria musicale».

Progetti futuri?
«Questo è un anno speciale, è il trentesimo anno del gruppo e siamo molto concentrati su quanto stiamo facendo ora. Siamo contenti del nuovo disco e stiamo suonando tanto. Ci saranno altre sorprese entro l’anno, ma per il momento non anticipo nulla», glissa.

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