LUCREZIA – Conciliare vita e lavoro, genitorialità e welfare aziendale. Valmex S.p.A., azienda leader nella produzione di scambiatori in rame, alluminio e acciaio per caldaie domestiche murali a gas e per l’industria della refrigerazione, fa un altro passo in avanti sul fronte della parità di genere ottenendo la certificazione UNI PdR 125:2022, da parte di Accredia, a conferma dell’impegno concreto per ridurre in azienda il gap tra uomini e donne.
«Si tratta di una certificazione volontaria – sottolinea il presidente Severino Capodagli –: in Valmex da anni seguiamo la cultura del merito, accompagnandola con azioni concrete che puntano all’inclusione, con l’obiettivo di valorizzare capacità e talento perché ci consentono di essere competitivi ad altissimo livello».
Quella sulla parità di genere è la quinta certificazione ottenuta da Valmex, dopo quelle sulla qualità, la sicurezza sul lavoro, l’ambiente e la sicurezza delle informazioni. «Un impegno convinto a tutto campo – prosegue Capodagli -, che ci permette al nostro interno di presidiare, gestire e monitorare le aree chiave del modello organizzativo per garantire così un clima di lavoro ottimale e gratificante per tutti i nostri collaboratori». La certificazione rappresenta anche un ulteriore elemento a supporto dell’immagine aziendale verso l’esterno, «perché le politiche di welfare contano e consentono di avere una maggiore capacità di attrazione sul mercato del lavoro».
Il direttore generale di Valmex, Lorenzo Cantarini, guarda lontano quando dice che «il gruppo sta gettando oggi le basi di una policy aziendale che deve guardare avanti negli anni, nella consapevolezza che bisogna continuamente costruire percorsi di crescita che sviluppino tutte le potenzialità, tutelando la conciliazione vita-lavoro e la genitorialità ed incoraggiando le carriere delle donne».
Donne che in questo momento rappresentano circa un quarto della forza lavoro (nello stabilimento di Lucrezia lavorano complessivamente circa 400 addetti, ndr). «Riteniamo la certificazione essenziale – prosegue Cantarini – per incentivare l’evoluzione culturale che preveda l’inclusione di ambo i sessi a tutti i livelli della struttura organizzativa per renderla sensibile ai temi della diversità e dell’inclusione».